L’AZIENDA
– L’ultimo centro imprenditoriale l’ha messo a segno con la Cambogia alla fiera di Norimberga dello scorso anno; per il pianeta birra la più importante del mondo. Il maggior gruppo imprenditoriale di quel paese, fondato da una signora una trentina di anni fa grazie al prestito di 80 dollari, decide di diversificare con una fabbrica di birra. L’impiantistica per la produzione è tedesca; quella per la spillatura è in made in Rimini. Nella nazione indocinese ci sono tre grandi produttori di birra e tutti utilizzano la tecnologia italiana. L’imprenditrice cambogiana ha invitato Goffredo Celli alle nozze della figlia.
In questa crisi di sistema iniziata nella primavera del 2008 ed esplosa nel settembre dello stesso anno, e che sembra infinita, Celli Equipment se la sta cavando egregiamente. Ha chiuso il 2011 con i ricavi in crescita del 12,5 per cento (per un ammontare di circa 29 milioni di euro). L’anno prima invece il segno più toccò quota 15 per cento; stessa percentuale, il 15, anche nel 2009. Insomma, in due anni l’azienda marignanese è cresciuta del 42,5 per cento. Presente in oltre 90 nazioni, l’export pesa per oltre il 60 per cento. I maggiori mercati: Germania, Inghilterra, Irlanda, Turchia, Malesia, Indonesia, Giappone. Ma la forza lavoro è rimasta quasi invariata, circa 100 dipendenti; non sono aumentati che di 2-3 unità l’anno.
Ma come si fa a far andare bene un’impresa in questo momento? Risponde Goffredo Celli, il fondatore: “Bisogna partire dallo spirito. Cioè credere nelle cose che si fanno; agire in modo determinati. Motivati. Prima del profitto vanno perseguiti i prodotti innovativi”.
“Vendere – continua Celli – è come andare in guerra. Bisogna conoscere la forza e la debolezza dei competitori. E per poter vincere ci vogliono armi all’avanguardia, che poi sono i prodotti. Con le obsolete non si va da nessuna parte. L’innovazione tecnologica ed il design sono i nostri fiore all’occhiello. Non è un caso che il nostro motto è: ‘Non cercateci fra gli altri, siamo un passo più avanti’ Insomma, migliorare tecnologia e prodotti giorno dopo giorno”..
E questo passo più avanti significa un investimento medio di un milione di euro l’anno in innovazione; quasi il 4 per cento dei ricavi (la media nazionale delle imprese è dello 0,65 per cento e quello dello stato dell’1,6 del Pil, Prodotto interno lordo). L’ufficio preposto alla ricerca ed all’innovazione è composto da una staff di una dozzina di tecnici; ogni anno vengono depositati una decina di brevetti. Negli ultimi tempi, si è puntato sul rispetto dell’ambiente, con un occhio ai consumi energetici ed al riciclo. Celli: “Chi usa la nostra impiantistica risparmia fino al 40 per cento dell’energia elettrica; inoltre tutti i suoi componenti possono essere riciclati alla fine della vita; poliuretano compreso, schiumato con l’anidride carbonica e non con i gas inquinanti”.
Tra le primee tre in Europa, tra le cinque nel mondo, l’azienda a gestione familiare affronta sui mercati l’urto delle multinazionali. E se la cava. Serve i maggiori birrai e produttori di bibite del mondo: il gruppo Heineken, il Sab Miller, l’Asahi, la Coca Cola e la Pepsi. Il laboratorio della Celli è stato approvato dalla Coca Cola.
Va bene crederci, l’innovazione, la qualità, ma un fattore chiave lo svolge la commercializzazione. Goffredo Celli ha la valigetta in mano almeno 120 giorni l’anno; passa da un aereo all’altro. Dice: “Aro il mondo. Lo so che è sbagliato, ma al momento il lavoro coincide con la mia passione ed il tempo libero”.
Famiglia riminese, la Celli Equipment emette il primo vagito il primo aprile del 1974 in un garage di Rimini. L’idea è di tre fratelli; oltre a Goffredo, nell’avventura ci sono anche . Da allora è un crescendo impetuoso. Mano mano che si allarga, cambia anche sede. Alle spalle sei traslochi, a San Giovanni in Marignano è arrivata pochi anni fa; lo stabilimento di Cerasolo è rimasto ancora nel cuore, anche per ragioni di vicinanza a casa. Venne venduto perché il Comune di Coriano e la Provincia di Rimini negli anni ’90 ne impedirono l’ampliamento per ragioni di impatto ambientale. Quasi da sorridere vista l’allegra cementificazione del territorio. La riminizzazione come sinonimo.
Dopo la separazione dai due fratelli, in Celli Equipment sono entrati i figli di Goffredo, Gianluca e Manuel.
L’AZIENDA
– Acqua minerale naturale e gassata a cinque centesimi il litro. Viene erogata dalla casine di Celli con il marchio Alma. Nella provincia di Rimini ne è stata installata soltanto una: a Saludecio. Progetto pilota, si trova in un luogo dall’alto significato simbolico: di fronte alla casa di riposo del beato Amato. In aprile, invece, sarà montata anche a San Clemente. Se la prima è gratuita e gestita direttamente da Celli Equipment, la seconda è stata acquistata dall’ente pubblico. In Italia finora ne sono state montate 220. Racconta Gianluca Celli, nell’azienda di famiglia da 13 anni: “Siamo disponibili ad installarle gratuitamente in tutti i comuni della provincia di Rimini. Il prodotto è unico in Italia. Possiede la conformità igienica e dispensa acqua di qualità, con almeno due forti vantaggi. Uno, ogni famiglia risparmia tra i 200 ed i 250 euro l’anno. Due, non c’è impatto ambientale, dato che è a chilometro zero”. “Inoltre – continua il giovane Celli – l’acqua è di alta qualità dato i continui controlli. Il nostro impianto toglie il cloro ed è di assoluta sicurezza igienica. I beccucci sono incassati nella struttura ed inaccesibili da fattori inquinanti esterni; si chiudono ed aprono al momento dell’erogazione. Un generatore di ozono ne previene la formazione di batteri. Mentre tutto l’impianto è dotato di un sistema di pulizia automatico”.