Se sono 5.500 gli “immobili fantasma” nella nostra Provincia, fanalino di coda nella nostra Regione, c’è davvero da pensare che anche nel nostro Comune non rimanga altro da fare che sperare in un “nuovo condono edilizio”. Una soluzione occorrerà pure trovarla anche se, ipocritamente, in molti si stracciano le vesti a sparlare di “condono” , perché è vero che il territorio agricolo provinciale è stato gravemente compromesso, è stato anch’esso “riminizzato” con squallide operazioni immobiliari e “trenini in zona agricola” che, qualche volta, sembrano assumere i caratteri di vere e proprie lottizzazioni abusive. La regolarizzazione catastale ai fini fiscali degli “immobili fantasma” lascia del tutto aperto il problema della regolarizzazione edilizia, che è questione ben più complessa, infatti l’attività di accertamento di eventuali illeciti edilizi o ambientali spetta innanzitutto ai Comuni , ma non solo, mentre le sanzioni potrebbero giungere fino all’ acquisizione coattiva dell’area di pertinenza da parte delle amministrazioni comunali e alla conseguente demolizione dell’abuso. A Rimini autorevoli esponenti di Giunta intervennero sui primi dati prodotti dall’Agenzia del Territorio, pubblicati il 31/05/2010 da “il Sole 24 Ore”, banalizzando il tema delle “case fantasma” ed ogni nostro sconcerto! Il fenomeno si è fisiologicamente ridotto, infatti dai 7.233 casi da verificare si sarebbe passati a 5.500 su base provinciale. Ora se è noto che la nostra Provincia (territorialmente, ma non solo) é la “cenerentola regionale” vien da chiedersi a proposito del Comune di Rimini che ne è parte maggiore: 1. Sono state attivate le doverose attività di accertamento edilizio di quei casi riminesi dei 5.500 accertati da Agenzia del Territorio? 2. Cosa sta facendo il Comune di Rimini sulla questione degli “immobili fantasma”? In uno dei prossimi Consigli comunali riminesi (purtroppo anch’essi fantasma) gradiremmo avere risposte esaurienti.
Eraldo Giudici