Rimarrà allestita fino a domani presso Galleria Gorza in via XX Settembre 32 la mostra fotografica “Da mare a mare. Viaggio poetico nella fotografia di Riccardo Varini” curata da Giulio Zavatta e Alessandra Bigi Iotti, storici dell’arte. Le immagini raccontano di Varini “raccontano atmosfere sospese e visioni di spazi infiniti” con uno stile “rarefatto, essenziale, dai toni smorzati e privo di rumore o movimento: in una parola, poetico”. Previsti, inoltre, due eventi collaterali nell’accogliente cornice di Corte Gorza: questa sera, sabato 29 alle ore 21 il talk – confronto dibattito – tra Varini e i curatori della mostra e domani domenica 30 sempre alle ore 21 il reading poetico di Sabrina Foschini.
Il profilo dell’artista (a cura di Agenzia Nfc)
Riccardo Varini nasce nel 1957 a Reggio Emilia, città dove vive e lavora. L’amore per la natura e per le cose semplici gli è stato tramandato dal padre Luigi con il quale nell’infanzia trascorre lunghi pomeriggi sul Po o sugli Appennini. Dopo un iniziale avvicinamento alla pittura, alla musica e alla poesia, dal 1978 si dedica anche alla fotografia, passione che diviene vera e propria ricerca artistica dopo avere conosciuto, nel 1984, Luigi Ghirri, il Maestro del paesaggio e della fotografia “di concetto”. Con lui condivide l’attenzione per il dettaglio quotidiano e per la natura e l’importanza dell’inquadratura, ma non dimentica la luce, la sobrietà e un certo tipo di tempo sospeso o della memoria proprio dei chiaristi della scuola di Giorgio Morandi e, in particolare, del conterraneo Gino Gandini. Da queste fonti sviluppa un proprio stile personale: rarefatto, essenziale, dai toni smorzati e privo di rumore o movimento. In una parola, poetico. Dopo numerose mostre, nel 2006 apre la prima Galleria di Fotografia a Reggio Emilia, che diviene in breve punto d’incontro di numerosi fotografi e dove tiene corsi sulla composizione. Nel 2007 il prof. Arturo Carlo Quintavalle lo invita ad archiviare le sue opere presso lo CSAC (Centro Studi e Archivio della comunicazione dell’Università di Parma), dove sono ospitati i grandi nomi della fotografia italiana. Nel 2008 viene chiamato ad esporre a Parigi e a Nantes, e a tenere seminari alla IULM di Milano. Nello stesso anno viene pubblicato da Meridiana (con presentazione del prof. Quintavalle) il volume “Silenzi”, raffinata raccolta delle sue “geometrie sentimentali” sviluppata in trent’anni di lavoro (1978-2008). È Cristina Franzoni di Zoom Magazine, a parlare per prima delle “geometrie” di Riccardo Varini, incitandolo a continuare e ad esporre in Italia e all’estero. I riconoscimenti arrivano dopo la personale allestita alla Galleria Parmiggiani di Reggio Emilia, premiata dalla critica e dal pubblico di Fotografia Europea 2009. Nello stesso anno Duccio Grassi Architects gli commissiona una ricerca fotografica sul nuovo, grande negozio di Max Mara a Milano. Seguono, in anni recenti, le esposizioni “Da qui al mare”a Ravenna (2011) e presso i Magazzini del sale di Cervia (2012) e “Fotografie”presso la Galleria Libreria Einaudi a Mantova (2012). Selezionato da un comitato internazionale di critici e curatori, nel 2012 ha preso parte alla seconda edizione di MIA – Milan Image Art Fair, dove una delle sue opere della serie “Silenzi” (1992), l’Alberino (come lui lo definisce), è stata scelta dalla rivista francese Le Monde come simbolo del Mia Fair 2012. Attualmente sta lavorando ad un importante progetto ispirato al pittore americano Edward Hopper e al suo “teatro del silenzio”.