9 mesi per una pratica sismica sembra davvero tanto. Il resoconto dagli Stati Generali dell’edilizia riminese presentato questa mattina è un bollettino di guerra che non risparmia niente e nessuno. Quelllo che le associazioni di categoria (Ance Rimini, CNA, Confartigianato, Confcooperative, Legacoop, F.I.A.I.P. Rimini Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali), le organizzazioni sindacali (Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil) e gli ordini professionali (Ordine degli Architetti, Ordine dei Geometri, Ordine degli Ingegneri, Collegio Periti Industriali-Edilizia) “denunciano” è il fatto di trovarsi “in un territorio che continua ad essere ingessato da una lenta burocrazia, da una scarsa attenzione alle imprese, ai lavoratori e ai professionisti, dall’assenza di commesse pubbliche e da oneri elevati”. Insomma, ce ne è per tutti. Figuriamoci se nella lista dei “cattivi” potevano mancare le banche e tutte le difficoltà che esse procurano alle imprese con “la drastica restrizione del credito”. Diciamolo con i numeri. Su dati Cassa Mutua Edile di Rimini e della Cedaier dal 2007 al 2011 in provincia di Rimini sono sparite 188 aziende e sfumati 1500 posti di lavoro. Che fare? Tanti gli elementi che attanagliano il settore. Uno su tutti, la “burocrazia ingessata”. Per gli Stati l’imperativo è snellire tutta la macchina amministrativa. “Gli uffici della pubblica amministrazione continuano ad essere appesantiti non solo da problemi di metodo, nel caso normativo sempre più penalizzante per il cittadino, ma anche di distribuzione del personale. Imprese e professionisti lamentano tempistiche lunghissime per il rilascio di certificati di abitabilità, che addirittura, in alcuni casi, non vengono mai rilasciati. Questo comporta ripercussioni gravissime in quanto le imprese vengono esposte al rischio di richieste di risarcimento da parte dei clienti per mancato rispetto degli impegni contrattuali. Altrettanto inaccettabile è la tempistica per l’evasione di pratiche sismiche per cui si deve inspiegabilmente attendere oltre i 9 mesi. Occorrono modalità e tempi certi per il rilascio di Permessi di Costruire e per i Piani Particolareggiati. Per il rilascio dei permessi per costruire, la normativa, scaduti i termini, prevede la possibilità di usufruire della procedura di silenzio-assenso. Ma nel Comune di Rimini qualora l’azienda decidesse di procedere avvalendosi del silenzio-assenso, potrebbe incappare in controlli e ispezioni da parte delle Autorità Competenti, con conseguenti blocchi dei cantieri anche per lunghi periodi. Quotidianamente imprenditori e tecnici, che non va dimenticato rappresentano l’interesse dei cittadini, incontrano grosse difficoltà nel confronto con le amministrazioni per la certa interpretazione della normativa, con l’aggravio di modificazioni continue dell’iter“. Infine questione oneri di costruzione; gli importi riferiti alla monetizzazione dei parcheggi e delle aree verdi dovuti al Comune di Rimini, sono fra i più alti d’Italia. Oltre a richiedere l’adeguamento di tali indici, così come sta avvenendo in altre province della Regione, è necessario eliminare l’esoso balzello del 40% sui ritardi dei pagamenti degli oneri. Su Psc e Rue del Comune di Rimini per gli Stati è “necessario assicurarne l’approvazione prendendo in considerazione i numerosi nodi che ancora rimangono da risolvere segnalati sia dalle associazioni di categoria che dai professionisti. A tal proposito le sigle coinvolte chiedono il diretto coinvolgimento nella fase di analisi delle osservazioni pervenute” e di ricostruire la Commissione Mista. Auspichiamo un maggiore coordinamento tra Provincia e Comune affinché, pur nel rispetto delle reciproche prerogative, queste non si mostrino invece ulteriori appesantimenti all’iter burocratico di approvazione dei piani. La mancanza di coordinamento, infatti, in alcuni casi sfocia addirittura nell’assunzione da parte dell’ente sovraordinato di posizioni che contrastano nello spirito e nella lettera con le scelte effettuate dal comune. Sul tema degli appalti pubblici, gli Stati hanno sottolineato come Rimini rimane fra le province in Regione con il più basso numero di appalti pubblici di lavori edili. Rimini rimane fra le province in Regione con il più basso numero di appalti pubblici di lavori edili. Occorre che le amministrazioni locali s’impegnino a promuovere gare di appalto escludendo il ricorso al massimo ribasso, privilegiando l’eliminazione automatica delle offerte anomale, e solo in casi particolari e per importi che lo consentano, prendere in considerazione l’offerta economica più vantaggiosa. In accordo con il protocollo d’intesa recentemente siglato tra la Regione Emilia Romagna e le prefetture, alla presenza del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, siamo convinti che vada fermata la concorrenza sleale delle imprese che non assumono in regola, che non pagano i contributi e quindi agiscono in contrasto con tutte le regole della sicurezza per i lavoratori.
Per concludere. La questione non finisce qui. Gli Stati assicurano di volere andare avanti. Per portare all’attenzione degli enti competenti tutte le questioni in ballo, si sta lavorando per tutta una serie di incontri con il presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali, i sindaci dei Comuni del territorio e i rappresentanti degli istituti di credito. I contenuti, avvertono gli Stati, saranno resi noti all’opinione pubblica.