– Si potrebbe partire con: le migliori macchine, la migliore qualità, la miglior assistenza post-vendita. E arrivare al fatto che sanno spiegarti per filo e per segno come funziona e quali sono i vantaggi oltre che al momento dell’acquisto sulla durata. Cioè al risparmio di acqua, energia e tempo sul lungo periodo. E questo senza guardare al soldo come speculazione, ma come divertimento. E dopo trent’anni, per dare un senso alla vita, si ricompera la casa colonica di famiglia a San Lorenzo in Correggiano.
Si legge Gifar (acronimo di Grandi impianti forniture alberghieri Rimini) e si coniuga con lo stile del fondatore, Giuseppe (Pino) Di Ghionno.
In pensione da 7 anni, ha 66 anni, e alle 7 del mattino è già in bottega a dare il meglio di sé. Nell’ambiente lo hanno pennellato così: “L’enciclopedia vivente della ristorazione grandi impianti”. A sentirlo parlare sa tutto. Ti porta per mano sulla cucina per induzione, una tecnica che sarà popolare, e a buon prezzo, tra vent’anni. Ed è stato lui ad aver portato in Italia la tostiera a nastro, il forno americano, la lavastoviglie asciugatrice per posate.
Ha la curiosità di un bambino e la sagacia e l’umiltà di coloro i quali nascono dal commerciale. Vendere apparentemente è facile, sul campo invece la musica cambia. Va ancora per fiere, anche apparentemente lontane dal suo settore, come Macfrutta a Cesena, o Ricicla a Rimini. Lo fa per attingere e porta idee; per poi divulgarle ai clienti. Verso i quali ha un forte spirito di servizio. Racconta: “Il bravo venditore è colui che comprerebbe quello che vende. E’ colui che sa e che ha un’esperienza e delle conoscenze da trasferire agli altri”.
Di Ghionno quando faceva oltre 100.000 chilometri l’anno non ha mai comprato l’auto che costava meno, ma quella che gli dava più garanzie di qualità e maggior risparmio durante la vita dello strumento.
Figlio di un abruzzese di Tollo che giunge a San Lorenzo in Correggiano nel 1955, dove inizia a produrre l’uva da tavola a pergolato, la sua avventura da romanzo inizia quasi per caso al ritorno dal militare. Siamo nel dicembre del ’66. Moglie incinta che lavora alla Standa, una persona gli dice che Sirio Tonini (un distributore che ha fatto la storia dei detersivi per la ristorazione nella provincia di Rimini e non solo) sta cercando un giovane per il Sia (Salone industria alberghiera, oggi Sia Guest). Allora si teneva nel campo dei ferrovieri di via Roma, si faceva in dicembre e durava 10 giorni. Quando pioveva mettevano le tavole per terra per non sporcarsi; altro che le comodità di Rimini Fiera.
Il giovane Di Ghionno inizia a lavorare alla Shell Chimica. Ha come zone mezza Cattolica e tutta la Valconca. Dopo sei mesi, gli danno anche Riccione. Raggiunge tutti gli incentivi legati al budget. Passa alla Diversey, sempre detersivi. Nel ’69, è il miglior venditore europeo della multinazionale. Nel ’70, entra nell’impiantistica alberghiera con l’Oma (lavastoviglie). Diventa ispettore per il Centro Sud. Nel ’71 durante una fiera stringe la mano a Luciano Berti, un uomo fatidico nella sua vita, fondatore della Comenda, oggi un gruppo da 1,5 miliardi di euro, 130 marchi e uno degli indiscussi leader mondiali del settore.
Ma la stretta di mano si concretizzerà soltanto nel ’73; diventa ispettore vendite per l’Italia. Si trasferisce a Milano con moglie e tre figli.
Nel ’77, lascia Comenda e Berti per la Hobart, una multinazionale che ha aperto in Italia con poca fortuna e che è alla ricerca dell’uomo giusto.
L’anno dopo, durante una fiera a Bolzano, incontra Schoenhuber Franchi, porcellana di qualità per la ristorazione. Cercano un rivenditore per Rimini. Di Ghionno si mette in proprio. Insieme al tecnico comasco Eugenio Cappelli (anche lui in Hobart) fondano la Gifar. Oltre ai piatti, sono anche rivenditori Comenda e Hobart. L’azienda cresce; diventa leader di mercato, grazie ai marchi ed alla serietà. Tutte le volte che Di Ghionno ha proposto nuove aziende ai clienti, ne ha sempre prima visitato lo stabilimento. Nel ’92, liquida il socio. Nel ’93 iniziano a collaborare i tre figli, Andrea, Vincenzo, Angela.
Nel 2005, con 4 milioni di euro di fatturato cede l’azienda col vento in poppa al signore della stretta di mano, Luciano Berti. Pino e familiari ne continuano la gestione e lo stile. La Gifar e Di Ghionno (posateria e porcellane) impiegano 20 persone, con tre centri di assistenza.