“Dicono spending review, in realtà sono puri, semplici, drammatici tagli lineari – ha detto il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi intervenendo quest’oggi a Roma alla manifestazione indetta dall’Anci contro i tagli ai Comuni e agli Enti locali, decisi nei giorni scorsi senza alcuna concertazione dal Governo -. Non producono risparmi strutturali ma colpiscono indistintamente i Comuni, non distinguendo i virtuosi da quelli che non lo sono, penalizzando gravemente la quantità e la qualità dei servizi e in definitiva i cittadini.”. Gnassi, che è stato chiamato dall’Anci ad intervenire sul palco insieme ai Sindaci delle città italiane più grandi, ha proseguito: “Si dica la verità: tra tagli lineari agli enti locali e Patto di stabilità i Comuni italiani hanno già dato in pochi mesi allo Stato 20 miliardi di euro. Hanno fatto la loro parte, non altrettanto ha fatto l’Amministrazione centrale e i suoi vari enti. Il 70% della spending review e del sacrificio finanziario è sulle spalle di Regioni, Province e Comuni mentre uffici governativi, agenzie centrali e periferiche, aziende e aziendine pubbliche e parapubbliche, Parlamento stringono la cinghia per meno della metà. A questo Governo diciamo che non possiamo fare i gabellieri di Roma, chiediamo più autonomia organizzativa e fiscale, più responsabilità, più federalismo. Chiediamo atti per le dismissioni degli immobili inutili dello Stato.”
“Ha ragione il presidente dell’Anci Del Rio quando dice che l’Italia è sotto attacco – ha spiegato poi il Sindaco Gnassi, intervenuto dopo Del Rio, Alemanno, Fassino, Zedda, Merola, Orsoni davanti ai tanti sindaci che hanno partecipato indossando la fascia tricolore -. Se c’è un incendio da spegnere il Governo non può spostare il fuoco in periferia. Non possiamo accettare tagli lineari senza che vengano lette le specificità dei territori come ad esempio quelli turistici.
Il nostro compito lo abbiamo già fatto come sindaci e il Governo deve ringraziare la responsabilità civica dei cittadini che hanno pagato l’Imu, l’hanno versata ai comuni perché credono nei comuni. Noi l’abbiamo girata a Roma, ma se i cittadini riminesi avessero dovuto pagare l’Imu in base all’affidabilità dei provvedimenti del Governo probabilmente non avrebbero pagato. Non hanno ancora sbloccato il Patto di stabilità per i comuni terremotati e – si pensi un po’ – non hanno ancora stanziato i soldi promessi per la neve.
“Come sindaci – ha precisato il sindaco di Santarcangelo Mauro Morri a Roma con Gnassi alla manifestazione – chiediamo che l’Imu rimanga sul territorio, che si sblocchi la tagliola del patto di stabilità. Si sappia che siamo un pezzo della Repubblica e non un pezzo dello Stato che prende ordini sovraordinati. Non siamo sotto processo. La nostra parte, i nostri cittadini e il Comune, l’abbiamo fatta.”
“E’ a dir poco scandaloso spacciare tagli lineari per risparmi – ha poi continuato il Sindaco Gnassi – ed è altrettanto scandaloso e moralmente inaccettabile tentare di far passare i comuni come fonte di spreco tirando fuori tabelle inesatte e paradossali, come quelle pubblicate ieri dal più autorevole quotidiano economico nazionale. Questo giochino di cavare dal cilindro, alla vigilia della manifestazione odierna, dati e tabelle bizzarre e senza alcuna scientificità da dare in pasto all’opinione pubblica per motivare ulteriori tagli ai comuni non è nuovo perché lo si è tentato anche con l’ipotesi di sforbiciata agli ospedali ma non passerà.
Caro Monti, non abbiamo l’anello al naso. Non sono solo le difficoltà statistiche che non colgono, penalizzandola, le peculiarità di una realtà come quella riminese che ai suoi 141mila abitanti aggiunge durante l’arco dell’anno oltre 7 milioni di ‘ospiti’ sballando completamente i conti. I dati riferiti all’anno 2011 a cui fanno riferimento le tabelle pubblicate dal Sole 24Ore sono tratti dal sistema “Siope” e si riferiscono alla cassa, cioè ai pagamenti, che, come tali, riguardano le spese sia dell’esercizio 2011 che quelle riferite a contratti di anni precedenti. Sono dati caratterizzati da un forte elemento di casualità e sono spesso legati alla liquidità e alla capacità degli enti di pagare con rapidità, tanto da poter persino far apparire virtuoso chi invece ha solo “rallentato” i pagamenti e non chi, come noi, ha fatto fronte alle proprie spese con puntualità e correttezza. Le modalità di gestione delle attività, poi, sono molto diversificate e quindi difficilmente confrontabili, se non accompagnati da analisi puntuali che la rilevazione effettuata non evidenzia. Solo per le spese riguardanti gli incarichi, ad esempio, balza agli occhi come nei dati delle tabelle per il 2011 riferite a Rimini rientrino quelle per la stesura del PSC e del RUE del tutto straordinarie e non certo ricorrenti.”
Andrea Gnassi ha chiuso l’intervento spiegando come se le proposte dell’Anci non verranno accettate dal Governo “si aprirà un evidente e gravissimo conflitto tra Istituzioni. Per questo il nostro appello è anche rivolto ai partiti e ai parlamentari, affinché non si rifugino in uno strabismo per cui a Roma si sostengono provvedimenti che sul territorio hanno effetti devastanti”.