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L’etica del lavoro e il meritato riposo

Redazione di Redazione
20 Gennaio 2012
in L'altra pagina
Tempo di lettura : 3 minuti necessari
A A

LA TEOLOGIA DEL RAGIONIERE – TERZO COMANDAMENTO

di Gianfranco Vanzini

– “Ricordati del giorno di sabato per santificarlo. Sei giorni faticherai e farai ogni lavoro ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore tuo Dio… Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro. (Es.20,2-17).
E’ il terzo dei 10 Comandamenti che Dio ha dettato a Mosè sul Monte Sinai
Sappiamo che il Decalogo raccoglie le indicazioni che Dio ha dato agli uomini per potere vivere bene sempre.
Che cosa vuole dirci allora con questa terza indicazione? E che cosa la Chiesa ci chiede di ricordare in questo giorno?
Il messaggio di Dio è chiarissimo: Sei giorni faticherai… ma il settimo.. tu non farai alcun lavoro…è in onore del Signore. Come il Signore si è riposato il settimo giorno, anche tu hai diritto di farlo. Devi però ricordarti che è il Signore che ti ha creato, ti sostiene, ti guida e perciò il settimo giorno devi ricordarti di Lui e ringraziarlo.
Successivamente, dopo la venuta, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo, in memoria della sua resurrezione avvenuta “il primo giorno dopo il sabato” la Chiesa ha dichiarato sacro il giorno di Domenica.
E, nella versione attuale dei 10 Comandamenti, ha sintetizzato quanto ricevuto da Mosè in: “Ricordati di santificare le feste”.
Oltre al significato letterale immediatamente percepibile dalla lettura del testo sacro, che cosa possono volerci indicare Dio e la Sua Chiesa con questo Comandamento?
Primo. Fare memoria della creazione divina e della nostra dipendenza da Dio.
E ricordarci la santità del sabato: “il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro” (Es.20,11)
Secondo. Gesù è risorto dai morti la domenica di Pasqua, il primo giorno della settimana ovvero l’ottavo giorno che segue il sabato (la domenica appunto) che diventa così il giorno e il simbolo della nuova Creazione e della nuova alleanza: quella portata da Cristo con la Sua venuta, la Sua morte e la Sua resurrezione.
La Chiesa perciò ha dichiarato giorno di festa e giorno del Signore: la domenica.
E ha anche chiarito e definito come assolvere il precetto divino di ricordarsi del Signore: partecipare alla celebrazione dell’Eucarestia (Ringraziamento).
La partecipazione alla celebrazione comunitaria dell’Eucarestia domenicale è una testimonianza di appartenenza e di fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa. (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2182)
Terzo: Come Dio cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro e si riposò, così anche la vita dell’uomo è ritmata dal lavoro e dal riposo.
L’istituzione del giorno del Signore acquista pertanto anche un’altra valenza. E’ la prima indicazione operativa che Dio dà agli uomini. Una indicazione che regola e dà il ritmo della quotidianità del suo lavoro
Il lavoro è importante, in quanto è attraverso il lavoro che l’uomo si realizza. Lavorando con impegno e competenza attualizza e concretizza le sue capacità e mette a frutto i talenti ricevuti.
Provvede al suo sostentamento, a quello dei suoi familiari e delle persone che gli sono affidate, serve la comunità nella quale vive.
Il lavoro, tuttavia, pur importante, come abbiamo appena visto, non può e non deve estinguere tutte le nostre capacità e le nostre energie e non deve, pertanto, assorbire tutto il nostro tempo.
Dobbiamo anche ricordarci di Dio, del nostro prossimo e del nostro riposo.
Questa prima indicazione divina, se ben compresa, svolge, infatti, anche un’altra importante funzione: ci libera dal rischio di una schiavitù molto pericolosa: la schiavitù del lavoro.
Quanti, spinti dal desiderio di guadagno o di soddisfazione personale, dedicano al lavoro tutte le proprie energie?
Poi, come spesso succede si pentono, perché magari non se ne sono accorti che nel frattempo i figli sono cresciuti, senza averli potuti seguire, che la moglie (o il marito) si è sentita (o) trascurata (o) e i rapporti si sono guastati fino alla rottura. Sono situazioni, purtroppo, abbastanza frequenti e dolorose, al giorno d’oggi.
E allora come fare? Il rimedio è semplice e anche a portata di mano: regolare i ritmi del nostro lavoro riservando un tempo adeguato per santificare la festa, per riposare e per aiutare un po’ il nostro prossimo. E’ sicuramente un modo molto efficace per vivere bene… qui …oggi.
P.S. Per i lettori de “La Piazza” che non vanno a Messa, provate una domenica. State una mezz’oretta in una Chiesa qualunque, ascoltate le letture, ascoltate la predica… Poi, se volete, mandate un messaggino o una mail a La Piazza per le vostre sensazioni Il prossimo mese vi relazioneremo sui risultati.

Email : lapiazzarimini@libero.it

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