Nel corso della presentazione del suo ultimo romanzo “Il Senso dell’Elefante” (Ed. Guanda 2012, 235 p, euro 16,50) Marco Missiroli non rinuncia a parlare della propria routine quotidiana: “Di solito mi alzo alle 6 del mattino e scrivo fino alle 9 perché così, ancora mezzo addormentato, non penso molto agli aggettivi e mi concentro di più sui sostantivi. Annaffio le piante prima, durante e dopo aver scritto, per scaricarmi, perché non fumo. Quando scrivo lo faccio sempre con la stessa formattazione di pagina e carattere Word. Per finire “Il Senso dell’Elefante” – ha detto ancora lo scrittore riminese sabato scorso nel corso della presentazione nella Sala del Giudizio del Museo di Rimini gremita – ho impiegato tre anni di lavoro e l’ho riscritto undici volte”. E alla domanda quale dei tuoi romanzi preferisci, risponde: “Il Senso dell’Elefante, ma vi giuro che non è marketing”. “Secondo la tradizione indiana, l’elefante conserva le anime degli altri animali, proteggendoli; – spiega ancora Missiroli sul perché del titolo – questo senso di protezione è rivolto anche ai piccoli del branco. Essendo quella degli elefanti una società matriarcale, i maschi difendono i figli di tutti, non solo i propri. Qui è racchiuso il senso del libro. Volevo mettere a confronto l’egoismo dell’uomo con la solidarietà degli animali, e questo atteggiamento protettivo caratterizza il protagonista, Pietro, un ex prete che decide di trasferirsi a Milano e lavorare come portinaio di un condominio”.
“Il Senso dell’Elefante” è ambientato tra Milano e Rimini. Della nostra città Missiroli parla del Corso e del Ponte di Tiberio, di Borgo San Giuliano e della Darsena, del Lungomare e del Grand Hotel, luoghi che evocano al meglio il carattere nebbioso e felliniano di Rimini. “In questo romanzo ho deciso di inserire anche il dialetto – aggiunge Missiroli – è stata una scommessa, all’inizio dubitavo, ma poi mi sono convinto e adesso sono soddisfatto di questa scelta stilistica”. L’incontro dell’ultima fatica letteraria del giovane scrittore riminese è stato arricchito dalle letture di Gianluca Reggiani, attore e regista teatrale. Presente anche il Sindaco Andrea Gnassi, che ha colto l’occasione per sottolineare l’importanza di coltivare i nuovi talenti e rilanciare Rimini sul piano culturale.
Alberto Biondi
@Riproduzione Riservata