Se Shakespeare non sbagliava dicendo “il Mondo è un palcoscenico”, allora Alberto Biondi entra in scena l’11 marzo del 1992 all’Ospedale Infermi di Rimini, con una settimana di ritardo rispetto alla tempistica calcolata; segno, già, di scarsa attitudine del bambino verso i numeri e l’aritmetica. Mostra, fin da subito, insofferenza al ciuccio, ma tolto questo segno di precocità comincia a parlare piuttosto tardi, benché con notevole senso della sintassi. A nove anni legge la trilogia del “Signore degli Anelli”, a dodici nuota piuttosto bene; a quindici passa i pomeriggi sulle versioni di greco e di latino, a sedici comincia a perdere lo zelo scolastico e imita i professori; a diciassette recita Pirandello al Novelli, a diciotto vince il premio “Subway Letteratura – sezione Under19” con il suo racconto “Dieci Secondi” che viene pubblicato e distribuito nelle metro di tutta Italia; consegue la maturità Classica e nell’estate dei suoi diciannove viaggia zaino in spalla per l’Europa; alla soglia dei venti si tuffa a bomba nel giornalismo e inizia a collaborare con La Piazza online. Fine (momentanea) della sua biografia. Romanzo preferito: “Chiedi alla Polvere” di John Fante. Ama i citelli, i passatelli e gli acquarelli di Turner. Complottista incallito, si diletta di alieni e teorie della cospirazione. Un difetto: lasciare spesso le cose a metà. Un pregio: portare a termine quelle importanti.