PERSONE
– L’auditorium della Banca Malatestiana, nel prestigioso Palazzo Ghetti, era gremito all’inverosimile il 3 dicembre scorso per la presentazione del libro sulla vita di Padre Tosi, dato alle stampe dopo circa tre anni di poderoso e accurato lavoro. Anna Falcioni e Stefania Bolognesi, che hanno curato e realizzato il testo con molta meticolosità, hanno ricercato e ritrovato in diversi archivi, lettere e documenti importanti di Padre Tosi che hanno loro consentito di ricostruire la sua vita e la sua opera missionaria.
Il libro era stato fortemente voluto dal compianto presidente e fondatore della Banca Umberto Mazzotti, anch’egli di san Vito. La presentazione è stata introdotto dal presidente Enrica Cavalli, unica presidente donna di una banca della provincia di Rimini.
Fra gli interventi, molto toccante quello del vescovo monsignor Francesco Lambiasi, del prof. Grassi, che ha moderato gli interventi e di altri illustri relatori. L’editore è Bruno Ghigi di Rimini.
Pasquale Tosi nacque a San Vito (Sant’Arcangelo di Romagna, Rimini) da una famiglia contadina. Nel 1854 entra nel seminario di Bertinoro dovev insegnano i gesuiti, infondedo una cultura vasta ed internazionale. Dopo l’ordinazione a sacerdote va a Montecarlo dove continua gli studi e le lingue che impara con estrema facilità. Poi, la grande vocazione per la missione e l’evangelizzazione. Fu uno dei primi due missionari (l’altro fu Louis Robaut) a mettere piede in Alaska. Fu anche il primo superiore dei Gesuiti in Alaska (dal 1886 al 1897) ed il primo ad avere giurisdizione ecclesiastica in Alaska (Prefetto Apostolico dal 1894 al 1897). E’ considerato come uno dei fondatori e il principale organizzatore della Chiesa nell’Alaska del nord.
Ordinato sacerdote diocesano nel 1861, Tosi entrò nella Compagnia di Gesù l’anno seguente per esser inviato presso la Missione americana. Giunse negli Stati Uniti nel 1865 e si stabilì presso la Rocky Mountain Mission. Per venti anni egli si rivelò un missionario competente per la popolazione indigena del nord America.Quando nel 1886 l’Arcivescovo Charles Louis Seghers si mise in viaggio per il Nord Alaska per quella che fu intesa essere una spedizione esplorativa, aveva come compagni di viaggio Tosi e un gesuita francese, Louis Robaut. I due furono tenuti a stare con l’arcivescovo solo temporaneamente. A quel tempo i Gesuiti non avevano intenzione di allestire una nuova rete di attività missionarie in Alaska. Tuttavia, l’assassinio dell’arcivescovo Seghers (novembre 1886 ), cambiò la situazione e, per conseguenza. il loro atteggiamento circa cosa fosse importante.
Tosi e Robaut trascorsero l’inverno 1886-1887 in Canada alla confluenza dei fiumi Yukon e Stewart. Quando nella primavera del 1887, rientrati in Alaska, appresero della morte di Seghers Tosi si ritenne responsabile, almeno per il tempo a disposizione, degli affari ecclesiastici in Alaska. L’estate successiva egli fece un viaggio nella zona nord-ovest del Pacifico con il padre Joseph M. Cataldo, superiore della missione dei Rocky Mountains, chi gli affidò ufficialmente il compito dello sviluppo della missione dell’Alaska.
Nel 1892 egli si recò a Roma. Lì, papa Leone XIII, mosso dalla descrizione della condizione della missione in Alaska, gli disse: “Va e fa tu da papa in quelle regioni!”. Dal 1897 Tosi era fisicamente logorato dalla dura vita che conduceva quotidianamente e dai pesanti lavori in condizioni climatiche estreme. Ad egli, nello stesso anno, successe sia come superiore per la missione in Alaska, sia come prefetto apostolico a gesuita francese Jean-Baptiste René (1841-1916). A malincuore, Tosi lasciò St. Michael, il 13 settembre 1897, poiché sperava di poter restare nel nord Alaska, invece questo si rivelò essere un breve ritiro a Juneau.
Appena la nave lasciò il porto, furono sparati quattro colpi di cannone, come segno della considerazione universale nella quale egli era tenuto.Pasquale Tosi morì a Juneau il 14 gennaio del 1898 e lì fu sepolto.