– Produzione industriale giù del 14 per cento nella provincia di Pesaro nei primi tre mesi del 2012 rispetto all’anno precedente. L’indicatore tiene conto di un campione di imprese. In controtendenza poceh aziende del calzaturiero, pelli e cuioi. Negativa anche il comparto commerciale: meno 4,5 per cento. Lo afferma il rapporto di Confindustria Pesaro.
La voce export ha evidenziato una diminuzione dell’8,9% in termini reali, con risultati negativi in tutti i settori tranne in quello alimentare. L’analisi della diffusione del fenomeno sottolinea ancora una volta la difficoltà del momento (il 42% ha dichiarato decrementi significativi dei propri livelli di export).
Per quanto riguarda i costi si registra un +4,6% sull’interno e un -3,4% sull’estero rispetto al trimestre precedente (molto più consistenti sono le variazioni anno su anno che evidenziano rispettivamente un +4,3% e +5,3%). L’andamento dei prezzi di vendita vede una sostanziale stabilità per quanto riguarda il trimestre precedente (-0,1% sull’interno e + 0,3% all’estero) e un incremento per quanto riguarda le comparazioni anno su anno (+2,3% sull’interno e +4,2% all’estero).
Le previsioni degli operatori sulla tendenza delle vendite per i prossimi mesi auspicano un miglioramento, specie sul mercato estero.
Nella media del trimestre gennaio-marzo 2012, i livelli occupazionali del campione di aziende oggetto di indagine hanno registrato una variazione positiva pari all’1%. I livelli di cassa integrazione sono passati da 1 milione e 500 mila ore a 1 milione e 146 mila ore (-26,2%), frutto della riduzione degli interventi in deroga.
Al 31 marzo 2012 le imprese attive della provincia di Pesaro Urbino erano 37.423 contro le 37.773 del 2011; le imprese manifatturiere attive hanno fatto registrare una leggera diminuzione (-1,2%) passando da 5.224 del 2011 a 5.161 del 2012.
Mobile e legno
La produzione è diminuita su base annua del 3,5%, derivante da un peggioramento in tutti i comparti. L’andamento segnalato è in linea con quanto verificato a livello nazionale dove il legno è diminuito del 14,4% e il comparto del mobile si è ridotto del 7,9%. Dal punto di vista regionale invece la produzione è risultata stabile.
La situazione provinciale di difficoltà dei livelli produttivi del settore è confermata anche dall’analisi della diffusione del fenomeno, dato che il numero di coloro che hanno visto decrementi significativi della produzione nel periodo considerato è pari al 67% del campione oggetto di indagine.
Sempre negativa la situazione dal punto di vista commerciale (-6,9%), a cui ha contribuito in particolare l’andamento negativo delle vendite sull’interno (-7,5%), che ha accentuato le variazioni avute dalle vendite all’estero (-4,7%).
La sensazione generale è di indubbia difficoltà perché anche in questo caso il 58% del campione intervistato ha dichiarato decrementi significativi dei propri livelli commerciali.
La situazione piuttosto debole si ripercuote sui livelli occupazionali, in leggera diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-0,3%).
Le ore di cassa integrazione totale utilizzata dalle aziende del settore nel periodo gennaio-aprile sono 485.004 contro 411.109 del 2011 (+17,9%).
Le imprese attive nel settore del mobile al 31 marzo 2012 sono 1.005 (-0,9% rispetto all’anno precedente).
Meccanica
La produzione del settore ha subito una diminuzione del 12%, per effetto di riduzioni avute in quasi tutti i comparti produttivi, tranne quello dei serramenti.
La situazione di difficoltà viene confermata dall’analisi della diffusione del fenomeno secondo cui il 67% delle aziende appartenenti al campione hanno avuto, nel periodo considerato, decrementi significativi dei propri livelli produttivi.
Il risultato è più accentuato della media regionale, che registra un decremento annuo della produzione del 3,3%, e di quella nazionale che rileva nel trimestre gennaio-marzo una diminuzione media del 2,9%.
Il dato sul fatturato, che rimane critico (-9,9%), è frutto di un andamento difficile delle vendite particolarmente accentuato sul mercato interno, non compensato dagli andamenti positivi sui mercati esteri.
Le tendenze su indicate sono confermate dall’analisi della diffusione del fenomeno dove i cali significativi dei livelli commerciali sono stati sperimentati dal 67% del campione di aziende oggetto di rilevazione; sui mercati esteri la situazione risulta meno diffusa visto che il numero di coloro che hanno avuto un incremento significativo è pari al 53% del campione.
Le previsioni per il futuro in base agli ordinativi in portafoglio sono improntate ad un certo pessimismo per le vendite sui mercati interni, mentre sembrano positive per quanto riguarda le vendite all’estero.
Dal lato dei costi, le variazioni congiunturali sono state di segno positivo sia per gli acquisti sul mercato nazionale che internazionale (rispettivamente +1,8% e +1,2%); più contenute le variazioni dei costi in termini tendenziali (+0,5% sull’interno e +0,6% all’estero).
I prezzi di vendita hanno risentito solo in parte dell’andamento dei costi delle materie prime; per quanto riguarda il mercato estero hanno avuto un aumento dell’1,3% anno su anno, mentre per le vendite interne i prezzi sono incrementati dell’1,5%.
L’andamento occupazionale di-chiarato dalle aziende facenti parti del campione mostra un incremento pari al 1,4%.
Le ore di cassa integrazione totale utilizzate nel periodo gennaio-aprile 2012 sono 392.719 contro 448.689 del 2011 (-12,4%).
Le imprese attive del settore a marzo 2012 erano 1.522 contro le 1.546 del 2011 (-1,6%).
Tessile e abbigliamento
Nel primo trimestre del 2012 il settore ha mostrato un andamento negativo per quanto riguarda i livelli produttivi. L’attività commerciale sembra essere positiva per quanto riguarda le vendite nazionali mentre sembra avere difficoltà per quanto riguarda i mercati esteri.
I prezzi di vendita sembrano essere cresciuti a fronte di un discreto aumento dei costi di produzione. Le aspettative per il futuro auspicano un miglioramento sul mercato nazionale ed internazionale.
Le ore di cassa integrazione totale utilizzata dalle aziende del settore nel periodo gennaio-aprile sono 62.734 contro 50.532 del 2011 (+24,1%).
Le imprese attive al 31 marzo 2012 sono 692 contro le 702 del precedente trimestre (-1,4%).
Altri settori
Si conferma difficile la situazione produttiva e commerciale degli altri settori, che presentano, tra l’altro, un aumento significativo dei propri costi sia dal punto di vista interno che estero. Anche le prospettive per il futuro in base agli ordini in portafoglio sono improntate ad un certo pessimismo.
Cig
A livello provinciale, nel primo trimestre 2012, si osserva una contrazione delle ore complessive autorizzate a Macerata (-16%) ed a Pesaro Urbino -26,2%, mentre ad Ancona ed Ascoli Piceno si registra un incremento rispettivamente del 14,3% e dell’8,2%.Il dato aggregato, tuttavia, nasconde andamenti differenziati tra tipologie di interventi: la componente ordinaria aumenta nelle province di Ancona (+25,8%), Pesaro Urbino (+21,3%) e Macerata (+19,8%) mentre diminuisce nella provincia di Ascoli Piceno (- 30,8%); la componente straordinaria, invece, aumenta nelle province di Ascoli Piceno (+15,8%) e Pesaro Urbino (+18,5%) e diminuisce in quelle di Ancona (-14,9%) e Macerata (-40,8%). La componente in deroga aumenta nelle province di Ascoli Piceno (+41,7%) ed Ancona (+26,2%) e diminuisce in quelle di Macerata (-2,3%) e Pesaro Urbino (-56,3%).
Le ore di CIG autorizzate nell’industria sono risultate in diminuzione nelle province di Macerata (-30,9%) e di Pesaro Urbino (-8,5%); in aumento in quelle di Ascoli Piceno (+8%) ed Ancona (+3,8%).
Nella provincia di Pesaro Urbino i lavoratori in mobilità nel periodo gennaio- marzo 2012 sono passati a 926 contro i 560 dei primi tre mesi del precedente anno.