Il tema è ormai noto e pare anche che Rimini il suo peso lo vuole, eccome. Tanto che il lavoro preliminare tra i vertici dei Pd romagnoli porterà in settembre, proprio a Rimini, alla prima direzione romagnola del Pd. Evento che, per la prima volta, vedrà riunite le federazioni di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna e i loro referenti istituzionali. Si tratta di cosa e come realizzare il riordino istituzionale sul territorio previsto dal Governo centrale. L’emendamento approvato in Senato – ricorda in una nota stampa il Pd locale – prevede che siano le Regioni a proporre il riordino delle amministrazioni provinciali. Così gli incontri si susseguono, a fiume, uno dietro l’altro. Ieri in direzione provinciale Pd, in un incontro durato circa tre ore, il segretario provinciale Emma Petitti, il deputato Elisa Marchioni, l’assessore regionale Maurizio Melucci, il presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali, il sindaco Andrea Gnassi, il consigliere regionale Roberto Piva, il capogruppo PD in provincia Lino Gobbi, il responsabile enti locali PD Rimini Daniele Imola si sono rotrovati per fare il punto della situazione. Il lavoro – spiega la nota – proseguirà ora con tavoli tecnico-politici tematici e coinvolgendo anche le forze economiche, sociali e culturali insieme agli amministratori locali, la Provincia, la Regione e i rappresentanti in Parlamento.
“L’accorpamento in ambito romagnolo delle Province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini – ha sottolineato il segretario riminese Emma Petitti nella sua relazione – appare il più coerente e lineare con l’identità territoriale e culturale della Romagna, con gli sforzi di sintesi e confronto che stiamo già facendo da anni dentro al tema dell’Area vasta e con le scelte avviate da Rimini negli ultimi anni in materia di politiche sanitarie, ambientali, dei trasporti, e in sintonia con la programmazione della Regione Emilia-Romagna. La sintesi oggi è unire le nostre peculiarità, le specificità locali e i punti di forza (sanità, fieristico, congressuale, aeroportuale) con l’esigenza della rappresentanza di tutti i territori in Romagna. Non dobbiamo vivere questo processo come necessità imposta per decreto, ma come opportunità e sfida comune. La politica nei territori deve anticipare questi processi e trovare una sintesi tra i diversi interessi”.
Redazione Online
© RIPRODUZIONE RISERVATA