Il presidente della provincia di Rimini, Stefano Vitali, si mette dalla parte del sicuro e si schiera con i tre sindaci di Rimini, Cesena e Forlì che chiedono a Hera, la potente multiutility emiliana – attiva in settori strategici quali energia, ambiente e servizi idrici – una maggiore sobrietà nei compensi dei propri amministratori. “Bene hanno fatto – ha detto Vitali – i sindaci dei Comuni di Rimini, Cesena e Forlì a inviare una lettera ufficiale a Hera spa, chiedendo di rivedere al ribasso i compensi dei manager della multiutility. La particolare architettura societaria di Hera ne enfatizza il rilievo pubblico piuttosto che la natura privatistica e dunque anche gli aspetti di sobrietà complessiva e personale in ogni atto. Credo serva sempre avere presente come Hera, al di là della quotazione in Borsa, sia società prima di tutto legata ai territori e ai suoi cittadini, delegata a gestire servizi primari dagli stessi territori e cittadini che per questo contribuiscono mensilmente a retribuire il lavoro svolto”.
Di fatto tutto questo è vero. Tuttavia basta dare un’ochiata ai bilanci del Gruppo Hera per rendersi conto di quale gigante sia e quanta finanza c’è dentro e dietro quei numeri. Certo, ci vuole un occhio espertissimo per comprenderne le dinamiche. Non è facile. Però anche la recente operazione, di cui abbiamo dato ampiamene notizia, dimostra che quando Hera si muove non sono mai piccole cose. Non lo sono neanche quelle sui compensi degli amministratori, giustamente criticate. Torneremo sull’argomento anche perchè 102 milioni di euro di richiesta agli investitori non sono noccioline. LEGGI LA NOTIZIA
Insomma, i tempi sono duri per tutti ma, anche per Hera. Lo dimostra anche l’andamento del titolo in borsa. Nel 2011 la Multiutility ha chiuso con un prezzo ufficiale di 1,096 in calo del 30% rispetto al 2010. Il problema però un altro. Hera, che ha una lunga storia sui mercati finanziari essendo quotata dal 2003, ha toccato anche un massimo per azione di 3,475 euro. Ma torniamo alla questione iniziale. “Ne consegue che – ha aggiunto Vitali – in una fase in cui i Comuni soci stanno perseguendo azioni consistenti di riduzione in ogni ambito amministrativo, partecipate comprese- anche sulla questione degli stipendi del management sia più opportuno allinearsi alle indennità percepite da dirigenti di un Ente pubblico territoriale (es. un Comune capoluogo di provincia) piuttosto che da top manager privati. Se il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, percepisce una retribuzione netta annua di 285 mila euro, ritengo del tutto comprensibile, auspicabile e sottoscrivibile la richiesta dei tre sindaci della Romagna a procedere nella direzione di una robusta sforbiciata a compensi di Hera che si avvicinano al doppio della paga del più´ potente uomo del mondo´.”
Redazione Online
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