Si celebra il 24 e 25 marzo prossimi la giornata del FAI. Il Fondo Ambiente Italiano, fondazione nazionale senza scopo di lucro, nasce nel 1975 con per “agire per la salvaguardia del patrimonio d’arte e natura italiano”. Per promuoverla la delegazione di Rimini si è attivata con una serie di iniziative che coinvolgeranno principalmente due chiese riminesi: Sant’Agostino (Via Cairoli, 36) e Servi (Corso d’Augusto). Previste visite guidate Apprendisti Ciceroni® sospese soltanto durante le funzioni religiose. Per entrambi i luoghi venerdì 23 e sabato 24, ingresso riservato alle scuole ore 8.30 – 12.30; sabato 24, ore 15.00 – 18.00; domenica 25, ore 9.00 – 12.00 / 15.00 – 18.00. Per informazioni Segreteria regionale Fai Emilia Romagna (tel. 366 3129145 e-mail: segreteriafaiemiliaromagna@fondoambiente.it).
LE SCHEDE STORICHE a cura di Arch. Andrea Serrau
Chiesa di Sant’Agostino
La chiesa di Sant’Agostino, uno dei più importanti edifici religiosi a Rimini, ha rappresentato, all’interno del contesto cittadino e suburbano, una sorta di modello per gli edifici sacri costruiti successivamente nella città. Oggi si presenta come una struttura ad una sola ampia navata, originariamente coperta con tetto a capriate lignee a vista ed è fornita, nella parete terminale, di un ampio presbiterio rialzato da tre gradini. Alla cappella maggiore si affiancano due cappelle minori; sia l’abside che le cappelle laterali sono coperte da volte a crociera. Le cappelle laterali, che presentano finestre gotiche allungate, erano aperte direttamente sulla navata ma, in seguito a modifiche seicentesche, risultano oggi ostruite da una parete intesa anche al rafforzamento di quella del campanile (nel caso della cappella di destra). Verso la metà del XIII secolo l’ordine agostiniano, come gli altri ordini mendicanti, stava iniziando un processo di progressivo inurbamento. Crescenti esigenze liturgiche e di
predicazione rendono presto necessaria la fondazione di una grande chiesa. Questa viene costruita negli ultimi decenni del XIII secolo, probabilmente anche grazie alle donazioni della famiglia Malatesta, che intratteneva buoni rapporti con i frati agostiniani. Con questa edificazione la chiesa di Sant’Agostino assume la forma attualmente nota; è questa la chiesa che sarà destinata ad accogliere il famoso apparato a fresco trecentesco. Verso il 1720 viene notevolmente rimaneggiata la decorazione interna della chiesa. Numerose vicissitudini hanno interessato nel corso del tempo la struttura di questa chiesa, in particolare episodi di violenti terremoti, come quello del 16 agosto 1916 che ha permesso di ritrovare le pitture murali d’ispirazione giottesca, che erano state coperte dai lavori seicenteschi di ammodernamento.
Chiesa di Santa Maria in Corte (detta anche Chiesa dei Servi)
Nel 1316 i frati Serviti iniziano la costruzione della loro grande chiesa. Come altre chiese conventuali locali dello stesso periodo, questa era costituita da un’unica navata terminante probabilmente in tre cappelle absidali, di cui quella centrale di maggiori dimensioni. Fra il 1774 e il 1779 la chiesa e il convento vengono radicalmente ristrutturati su disegno dell’architetto Gaetano Stegani. All’originale stile architettonico trecentesco viene sovrapposto lo stile barocco visibile ancora oggi. Vengono conservati i muri esterni, sui quali si può ancora osservare il decoro a filetti e cornici di cotto ad intaglio che conclude il muro basamentale. Le decorazioni interne e gli stucchi vengono affidati ad Antonio Trentanove; l’antica zona absidale viene celata dietro la nuova abside semicircolare. Le ristrutturazioni barocche della chiesa sono documentate anche dall’architetto cesenate Mauro Guidi: nella pianta di Santa Maria in Corte che disegna nel 17655 viene rappresentata la pianta dell’antica chiesa trecentesca e la pianta di quella che sarà la nuova chiesa barocca. Con la soppressione napoleonica dell’Ordine dei Servi, avvenuta nel 1797, il convento e la chiesa passano in mano ai Domenicani. L’anno successivo viene soppresso anche l’Ordine dei Domenicani e nel 1806 viene trasferito a Santa Maria in Corte il titolo di parrocchia, prima appartenente all’Oratorio dell’Aspettazione, reso inagibile dal terremoto del 1786. Intorno alla fine del XIX secolo la chiesa viene sottoposta ad ulteriori lavori di restauro. Viene rinnovato anche il campanile, su progetto dell’ingegnere Giovanni Monti. Agli inizi del XX secolo la primitiva zona absidale della Chiesa risveglia un certo interesse. Nella mostra della pittura riminese del Trecento curata da Cesare Brandi nel 1935 sono esposti tre frammenti di pitture murali staccate, due provenienti dal campanile della chiesa e uno dall’interno della cappella absidale centrale.
Bibliografia
Brandi C., Mostra della pittura riminese del Trecento, Stabilimento tipografico Garattoni, Rimini,
1935 (catalogo mostra tenuta a Rimini dal 20 Giugno al 30 Settembre 1935)
Cartoceti M., Le ricerche archeologiche e architettoniche all’interno del campanile, in “Penelope”, volume
primo, 2002
Cartoceti M., De Cecco E., La cappella sottostante il campanile della chiesa dei Servi di Rimini: ricerche
architettoniche ed archeologiche, in “Gli Agolanti e il Castello di Riccione”, Guaraldi, Rimini, 2003
Turchini A., Rimini medievale : contributi per la storia della città, Ghigi, Rimini, 1992
Delucca O., Artisti a Rimini tra Gotico e Rinascimento, Città di Castello, 1997
Pasini P.G., La Pittura Riminese del Trecento, Amilcare Pizzi, Milano, 1990
Pasini P.G., Il Giudizio: rivisitazione di un grande affresco riminese del Trecento, Comune di Rimini,
Rimini, 1991.
Turchini A., Rimini medievale : contributi per la storia della città, Ghigi, Rimini, 1992
Turchini A., Lugato C., Marchi A., Il Trecento Riminese in Sant’Agostino a Rimini, Il Ponte Vecchio,
Cesena, 1995