Il testo della nota.
Il cosiddetto Decreto Sviluppo, approvato dal Consiglio dei Ministri venerdì 15 giugno, si rivela l’ennesima delusione per chi vive e opera nel settore turistico, comparto industriale ancora una volta dimenticato. L’articolo 11 del decreto prevede detrazioni dell’imposta lorda sino al 50 per cento per interventi di ristrutturazione relativi ai soli edifici e immobili a uso residenziale. Completamente ignorata dunque la richiesta, formalizzata di recente da Regioni e Province Autonome presso la Commissione nazionale Turismo, circa la defiscalizzazione degli investimenti relativi alle ristrutturazioni delle imprese ricettive. Una misura fortemente attesa e auspicata nella riviera di Rimini, territorio leader e ‘vetrina’ per l’industria dell’accoglienza italiana e dunque per questo particolarmente necessitante di quegli interventi e ammodernamenti che ne garantiscano la competitività in ambito internazionale.
Come è stato più volte ribadito al Ministro Gnudi, anche durante le sue visite a Rimini, la defiscalizzazione delle ristrutturazioni alberghiere è stata individuata non solo come misura fondamentale per dare lavoro alle imprese, ma soprattutto per dare nuovo impulso agli investimenti nel turismo riqualificando le strutture alberghiere, che possono stare sul mercato presentando alti livelli di qualità. Non solo: questa misura poteva essere utilizzata anche per incentivare le strutture ricettive ad adeguarsi alle normative antincendio. Sono ormai decenni che il settore turistico attende da Roma segnali che non sono mai arrivati e non arrivano. Sconfortante e irritante il fatto che si continui a non vedere in questo comparto, davvero fiore all’occhiello del Paese, che dà lavoro a centinaia di migliaia di persone, che assomma PIL record, una concreta leva per uscire dalla crisi. E’ evidente che, a questo punto, riserviamo poche illusioni anche al resto delle richieste fatte al Governo in materia turistica, a partire dal fondo destinato alle piccole e medie imprese turistiche e all’adeguamento dell’aliquota IVA in relazione ai competitor europei. Si lasciano soli i territori, gli operatori, in una devastante logica del ‘taglio orizzontale’ che non tiene conto di ciò che dà un settore leader, evidentemente a dispetto e nell’indifferenza di chi comanda”.
Redazione Online
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