Il Tavolo tecnico provinciale sull’emergenza abitativa a cui hanno partecipato lunedì 30 gennaio i rappresentanti dell’Amministrazione proviniale di Rimini, dei Comuni, di ACER e delle Organizzazioni sindacali si è proposto di raggiungere due obiettivi principali: favorire la disponibilità sul mercato di case in affitto a prezzi calmierati e istituire un fondo di garanzia per la “gradazione” degli sfratti.
“Stiamo cercando, anche con l’aiuto del Tribunale di Rimini, di impostare un lavoro permanente di studio e verifica che ci permetta di impostare politiche di intervento per l’emergenza abitativa ‘in tempo reale’, vale a dire via via tarate sul tipo di risposta più efficace a seconda della problematica che emerge sul territorio. Questo soprattutto per assicurare la salvaguardia del diritto ad un’abitazione per le famiglie a basso reddito e l’ampliamento dell’offerta di abitazioni in affitto a prezzo calmierato” ha spiegato l’assessore alle Politiche per la Casa della Provincia di Rimini Vincenzo Mirra (foto).
Il punto di partenza – si legge nella nota stampa della Provincia – è stata la constatazione che, sul territorio provinciale, a fronte di una forte richiesta di alloggi, risulta molto ampia la quota di quelle abitazioni (perlopiù si tratta di seconde case) che risultano tuttora sfitte. Proprio per far fronte a questa anomalia, che ha evidenti riflessi sull’offerta di alloggi per la locazione, i Comuni hanno assunto l’orientamento condiviso di proporre, nei rispettivi bilanci previsionali 2012, l’aliquota massima di IMU per quanto riguardo questa tipologia di abitazioni. Ciò con l’obiettivo di disincentivare di fatto il mantenimento degli stessi al solo scopo di rendita, ed inserendo di converso facilitazioni riguardo le abitazioni messe a disposizione per la locazione, in modo da incrementare il numero di case da affittare.
Quanto agli sfratti, intorno ai 1.400 casi potenzialmente in esecuzione nei prossimi mesi, la Provincia di Rimini su sollecitazione della Prefettura di Rimini, ha costituito un gruppo tecnico in grado in tempi rapidissimi – assicura la Provincia – di istituire un Fondo di garanzia per la “gradazione” degli sfratti. Tale progetto, sulla falsariga di esperienze analoghe già attuate a Bologna, e con il tramite della Prefettura, sarà poi presentato agli istituti di credito e alla Regione, che verrà coinvolta anche per la parte relativa all’individuazione delle risorse economiche. Inoltre si è deciso di presentare alla stessa Regione Emilia Romagna una proposta comune relativa alla riduzione della soglia massima di ISEE per l’accesso e il mantenimento di case popolari, che al momento è di 45 mila euro.