Il WWF Emilia Romagna a muso duro contro il rischio di aggiramento delle norme. L’associazione ambientalista – apprendiamo da una nota – ha infatti inoltrato ai presidenti delle province di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena una diffida a rilasciare pareri o interpretazioni non dovuti in merito alla caccia in deroga. Il rischio sarebbe – secondo il WWF, quanto già accaduto nelle passate annate venatorie. Ovvero norme che consentano ai cacciatori di aggirare il provvedimento regionale e praticare ‘in deroga’ l’attività di caccia.
Se la situazione si verificasse anche in questa annata – scrive il riminese Lorenzo Bruschi responsabile caccia del WWF Regionale – il WWF Regionale valuterà di intraprendere ogni azione legale che si riterrà necessaria nei confronti dei responsabili. Questo perchè – spiega Bruschi – la Regione è l’unico soggetto titolato per legge a disciplinare l’esercizio delle deroghe ed il provvedimento della regione Emilia Romagna (D.G.P. 979/2013) è già sufficientemente chiaro a consentire ai cacciatori di intervenire per limitare i danni alle culture sensibili. Si ricorda – scrive ancora Bruschi – che il provvedimento della regione Emilia Romagna, in conformità con il parere ISPRA e con la Direttiva Comunitaria 209/147/CE, pone una serie di parametri entro i quali l’attività venatoria alla specie storno debba essere considerata lecita, fra cui il divieto di usare richiami di qualsiasi tipo e che l’attività venatoria sia condotta in prossimità di “appezzamenti” di culture realmente passibili di danno con frutto pendente, nessuna altra cultura fittizia è considerata lecita, come invece accaduto in passato grazie a interpretazioni “ingiustificatamente estensive”. In conclusione, con questa diffida – afferma Lorenzo Bruschi del WWF – si intende porre freno al beffarsi sistematicamente delle norme che tutelano la fauna selvatica e alla farsa della caccia in deroga con il bonsai, come accaduto lo scorso anno, dove i singoli cacciatori oltre al fucile in spalla, si portavano appresso pure un olivo in vaso “da difendere”, al fine di giustificare la loro caccia allo storno.
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