Siamo nel 1976. Il tredicenne di belle speranze Stefano Ciotti veste le mitiche casacche del Morciano Calcio. Fa il terzino. Instancabile, mulina metri dal primo all’ultimo secondo. A lui si interessa il Bologna per un provino. Tra i dirigenti della società c’è Carlo Brigo. Si mette in testa che i suoi ragazzi per fare il fondo debbano “sgranchirsi” con l’atletica. Porta i 3-4 pedalatori più dotati per una gara a Riccione. Stefano, inaspettatamente, vince. Dopo sei mesi, opta per il podismo. A 49 anni, ha messo in cascina un migliaio di gare; arrivando sempre tra i trenta. Si è anche issato a livelli medio-alti. Forse, con un pizzico di fortuna avrebbe raggiunto il vertice. Anche se la sua è stata un’eccellente carriera. E continua ad esserlo.
L’ultima prestazione importante risale allo scorso anno. Nella maratona di Carpi, che è anche titolo italiano, sale fino al 33° posto assoluto; quarto di categoria. Il tempo: 2 ore, 46 minuti e 11 secondi. Venticinque anni fa, nel ’93, a 30 anni, sempre a Carpi, alla sua seconda maratona, fissò un tempone: 2 ore 28 minuti e 43 secondi. Con ritmi simili oggi sarebbe tranquillamente tra i primi cinque in ogni maratona. Il 2012 dell’atleta morcianese è stato da grande annata. Nella 100 Km, la classica Firenze-Faenza, giunge 15° assoluto, in 7 ore, 57 minuti e 14 secondi. La competizione, insieme alla maratona di Russi e la 50 Km di Castelbolognese, valeva per il Trittico della Romagna. Stefano è salito sul terzo gradino; era il campione uscente. Sulla copertina del libro dal titolo “io c’ero! 1979-2012”, a celebrare la competizione, c’è anche Stefano. Una soddisfazione ulteriore. Stefano non ha rimpianti su quanto poteva e non ha fatto. Racconta: “Forse da giovane dovevo entrare in un gruppo sportivo militare; avevo il tempo, ma non l’ho fatto. E non sono pentito”.
Non ha rammarichi neppure per gli otto anni sabbatici; agli inizi degli anni migliori per un maratoneta, 31 anni, muore prima del tempo il babbo. Gli passa il piacere dell’allenamento e la gioia della corsa. A 39 anni, come d’incanto, riallaccia lo scarpino. Arrivano le soddisfazioni. Nel 2009, corre i mondiali master in Finlandia, a Lathi: 23° assoluto e 3° a squadre. Per lui la vittoria più bella, nell’albo d’oro c’è anche il campione Venanzio Ortis (Stefano in quella gara fu terzo), è la vittoria nella Rimini-San Marino del 2010.
In media una ventina di competizioni l’anno (tra cui anche un paio di maratone), Stefano si allena tutti i giorni. Ha due percorsi che giudica bellissimi. Il primo di 36 chilometri in preparazione delle maratone: Morciano-Santa Maria Maddalena-Gemmano-Onferno-Fratte-Montescudo-Montecolombo-San Clemente-Morciano. Il secondo lungo le meraviglie del Conca: Parco di Morciano-Diga-Morciano. Dice: “Il Conca è rilassante. Ci si culla nella musica della natura”. A chi gli chiede che cos’è per lui la corsa, racconta: “E’ libertà. Mi assento da tutto e sto con me stesso. Ascolto il mio passo. Il vento. Percorrere posti meravigliosi, tuttavia abbandonati dalla frenesia. Poi, ci sono le gare”. Gli obiettivi di Stefano Ciotti per il 2013 sono due: essere ai nastri per la quinta volta della Firenze-Faenza e correre la maratona di New York in novembre; il personale gli consente di partire con i primi cento. Buona strada, direbbero gli scout.
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