Se come dice Giorgio in economia vince chi sbaglia meno e non il più bravo, forse un fattore economico vincente potrebbe essere il “baratto”. Ovvero, gli imprenditori si scambiano beni e servizi in cambio di altri beni e altri servizi. Questo abbandonare l’euro, come qualcuno lo ha definito, lo si fa attraverso una moneta chiamata “Quinc” (diminutivo di “Quincux”), in onore dell’antica moneta in bronzo che si coniava a Rimini. Questo specie di ritorno alla civiltà della casa colonica, è un’idea economica partita dalla Camera di commercio di Rimini, in collaborazione con le associazioni di categoria: albergatori, commercianti, artigiani, informatici, consulenti, progettisti. Finora vi hanno aderito un centinaio di imprese. La neonata moneta-idea è un “pagherò” che vale all’interno del circuito che vi ha aderito.
Maurizio Temeroli, segretario della Camera di commercio: “Facciamo un esempio concreto. Un’azienda di software vende un’applicazione a una tipografia, che effettuerà il pagamento in parte in euro e in parte in Quinc. L’azienda di software potrà utilizzare i Quinc ricevuti nelle successive operazioni di acquisto, ad esempio per comprare carta, un servizio di consulenza o qualsiasi altro prodotto disponibile all’interno del circuito. Il buono sconto, ovviamente, non corrisponderà a una perdita di valore per l’azienda, ma sarà quantificato in unità di conto virtuali, i Quinc appunto, che potranno essere barattati all’interno del circuito per l’acquisto di altri beni o servizi”.
“Oggi viviamo una fase di stallo – dice Gianmario Ferrari, titolare degli alberghi Hotel Little, Hotel Nelson, L’Hotel e vicepresidente dell’Associazione Albergatori – le aziende devono superare una crisi legata al credito che immobilizza l’economica locale. Quinc potrebbe essere sicuramente una soluzione. A me personalmente il progetto è piaciuto subito, anche perché consente di instaurare un dialogo con le realtà aziendali del territorio, e ciò non può che essere positivo. Poi, parlando da imprenditore, ci vedo un nuovo segmento di mercato. Certo, non è il rimedio per tutti i nostri guai, però in momenti di crisi è importante aprire nuove prospettive”.
“La débacle riguarda tutta l’Italia – commenta Enzo Mataloni della Serint Group, una delle imprese che ha abbracciato il progetto – e richiede una soluzione immediata, che si basi sulla collaborazione e sulla solidarietà”. Solidarietà parola magica ch sottointende valori e bene comune.
“Come Camera di commercio – continua il segertario Temeroli – abbiamo iniziato a lavorare a un progetto sulla responsabilità sociale nel 2004 e in quell’ambito abbiamo pensato di costruire questa rete. Non pretendiamo certo di fornire la risposta a un problema enorme come quello della crisi di liquidità ma è attraverso il dialogo che si possono affrontare anche le difficoltà più importanti, in questo caso la necessità di lavorare pur con le casse vuote”.
“Non possiamo più chiamare ciò che stiamo vivendo ‘crisi economica’: è un cambiamento epocale al quale dobbiamo far fronte inventando nuove modalità per affrontare il mercato – racconta Fabrizio Moretti, titolare del Colorificio Mp di Viserba di Rimini – questo progetto è interessante proprio in tal senso, supplisce alla scarsità di liquidità introducendo lo scambio come mezzo finanziario e credo possa dare nuovo impulso al tessuto locale, rinvigorito dal carattere circoscritto dell’iniziativa, che favorisce un’importante sinergia tra imprese del territorio”. Il nuovo modello di interscambio parte in concreto dopo il workshop previsto per metà luglio, durante il quale le aziende che hanno aderito si incontreranno per discutere della fase operativa di Quinc. Temeroli: “Per il momento lo scambio avverrà tra imprese, ma in futuro potrebbe essere ampliato e magari coinvolgere anche i consumatori, i cittadini”.
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