Perché la parola “solidarietà” non vada scomparendo dal vocabolario. Negli ultimi mesi è stato costante l’appello di Papa Francesco per esprimere, concretamente, vicinanza e aiuto alle persone in difficoltà “contro la globalizzazione dell’indifferenza”. E’ di ieri la proposta lanciata al termine dell’Assemblea Pastorale (nella foto la presidenza composta dal Vicario Generale don Luigi Ricci, il Vescovo mons. Francesco Lambiasi e don Tarcisio Giungi, Vicario per la Pastorale) che si è svolta presso la chiesa Sant’Agostino nel contesto delle solenni celebrazioni del patrono S.Gaudenzo, di istitituire un fondo di solidarietà per la comunità cristiana riminese.
LA PROPOSTA – La proposta è destinata a tutte le Comunità (parrocchie, religiosi/e, associazioni), istituzioni pubbliche e private (Comuni, Banche, Sindacati, etc), imprese e cittadini affinchè tale fondo sia destinato a creare posti di lavoro, attraverso “incentivi economici per l’avvio di nuove attività lavorative e assunzioni di disoccupati, con l’indizione di bandi”. Tale fondo – spiega una nota della diocesi – dovrà essere unico, costituito da un conto corrente bancario specifico da attivare presso la Caritas diocesana (Associazione di volontariato Madonna della carità). Le persone da assumere nei diversi impieghi, verranno segnalate dai vari ambiti diocesani (ad esempio, i centri di ascolto delle Caritas parrocchiali o interparrocchiali), attraverso una prima attenta valutazione.
GARANZIE – Sarà una Commissione tecnica a fare da sportello informativo per verificare se è possibile attingere ad altri eventuali fondi (Comuni, Camera di Commercio, Regioni, disposizioni legislative…), sia da struttura di valutazione e di collegamento tra le domande e le offerte di lavoro. Il sostegno per la creazione di nuovi posti di lavoro è stabilito per un tempo determinato, dopodiché viene richiesto all’azienda di verificare la possibilità di proseguire autonomamente il rapporto lavorativo avviato. Alle persone aiutate attraverso il fondo verrà richiesto l’impegno morale di una graduale restituzione del “credito”, qualora vi siano le condizioni, come ulteriore richiamo alla solidarietà e per continuare ad implementare il fondo, così da mettere in moto un circolo virtuoso di reciproca solidarietà. Un Comitato di Garanti, composto da personalità della società civile e del mondo religioso, verificherà e certificherà la più assoluta trasparenza nella gestione del Fondo.
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