Nelle pagine di Attualità di oggi diamo ampio risalto all’Economia. Ci scusiamo con tutti coloro che i numeri proprio non li sopportano. Ma ieri, nell’Aula Magna del Campus di Rimini dell’Università di Bologna, è stato presentato il 19° Rapporto Economico della provincia. Una quantità davvero importante di dati. Ma “chi siamo” e “dove andiamo”? Come tutti i rapporti sono un’istantanea, un fermoimmagine. Non è realistico pensare che all’interno di quelle cifre ci siano statiche e comode soluzioni ai gravi problemi dell’economia locale.
Tuttavia il presidente della Camera di Commercio di Rimini, Manlio Maggioli, nella sua relazione introduttiva (che pubblichiamo QUI) e per il ruolo che gli compete, accenna agli sforzi istituzionali in corso, facendo anche un esplicito riferimento alla plenaria che si è svolta il 12 marzo scorso in Sala Manzoni, all’ombra del Tempio Malatestiano. Al tavolo “anti crisi” organizzato e coordinato dalla Prefettura, quel pomeriggio, c’era davvero tutta la Città: la politica, le istituzioni, alcune banche, i sindacati, le principali associazioni di categoria.
Molti osservatori, più o meno ufficialmente, hanno intuito due cose: la gravità della situazione e il “fallimento” di quasi tutte le iniziative già intraprese. Scarse, insufficienti, poco incisive, non sempre coordinate. Non si spiega diversamente (chi ha abbastanza memoria non ricorda niente di simile) un’intervento così esplicito e “teso” dell’esponente del Governo centrale per creare, invece, un “metodo” di lavoro idoneo ed efficace per affronatare la contingenza. La soluzione intrapresa dalla Prefetura è stata quella di creare “gruppi di lavoro” tematici. Speriamo che diano buoni frutti. Serve davvero l’impegno di tutti (per approfondire il discorso del prefetto il Dott. Claudio Palomba e i gruppi di lavoro QUI).
Senza numeri (pubblicati suddivisi per argomento per facilitarne la consultazione) non c’è analisi seria. Ed è per questo che li abbiamo stesi sul video, cercando di coglierne i fatti essenziali. Cosa non sempre facile. Rimane un punto. Senza risposte-azioni concrete le analisi diventano “aria fritta”. Siamo in emergenza e non reggono più le statistiche per sapere se siamo “sopra o sotto” una determinata media (regionale o nazionale che sia) o discorsi riferiti alla “morale”. Quando la pancia è vuota non c’è capacità di ascolto. Servirebbe invece, e subito, qualcosa di veramente nuovo per soddisfare, almeno, i bisogni primari: una casa, un lavoro. (D.C.)
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