di ALBERTO BIONDI
Pubblicato da Giraldi Editore, “Sulle Spalle del Canguro” (178 pagg. 13€) di Francesco Maestri è un romanzo che già dalla bella copertina attira l’attenzione del lettore. In libreria spicca sullo scaffale. Titolo in caratteri rossi. Sotto, il disegno di un ragazzo investito da una folata di vento in riva al mare, un mare di settembre, con le prime foglie autunnali nell’aria.
La storia, senza rivelare troppo, ruota attorno a due personaggi principali: Federico, ventenne di Novara stanco della propria routine soffocante, ed Ennio, burbero bagnino di Miramare dal cuore d’oro. I due si incontrano quando Federico decide, per la prima volta in vita sua, di essere padrone di se stesso e compiere una scelta dettatagli dal cuore: mollare l’hinterland piemontese, i genitori e i grigi studi economici per trasferirsi in Riviera durante la stagione estiva, lavorando sulla spiaggia.
Quanto si è disposti a rischiare per inseguire il proprio sogno di indipendenza? Questo è il quesito che fa da sfondo all’avventura picaresca di Federico, “Muntanèr”, come viene ribattezzato dal salvataggio Stefano. La struttura è quella tipica del romanzo di formazione, il classico Bildung, in cui il protagonista vive svariate esperienze che al termine della storia lo lasceranno cambiato, più maturo e consapevole. Federico fugge da una realtà apatica ed estranea, prestabilita da altri (felicissima la metafora dei binari…) e sperimenta la Rimini che tutti conosciamo: quella della sabbia e delle notti brave, del mare e dei silenzi meditativi sulla riva.
Si avverte che l’autore, Francesco Maestri, è giovane e per di più romagnolo: i dialoghi del romanzo sono “reali”, fantastico il dialetto del bagnino Ennio, ma talvolta suonano esageratamente calcati. Non c’è bisogno di scrivere fino a tre punti esclamativi (!!!) alla fine di una frase o, ancor più inspiegabilmente, di marcare una domanda con più di un punto interrogativo (questo ?? e questo ??? proprio no…). Un libro non è una chat, assolutamente! (ne ho scritto uno, basta e avanza). La punteggiatura di “Sulle spalle del Canguro” è a volte, mi spiace dirlo, un po’ confusa. Ci sono virgole fuori posto che spaesano il lettore, punti che escono dal ritmo. É scappato anche qualche accento (sì e si voglion dire due cose distinte) e fa arrabbiare scoprire diversi errori in un libro che, si presume, prima della stampa sia passato attraverso una correzione della bozza. La pecca del romanzo, tralasciando l’interpunzione, sono le descrizioni.
Nella presentazione e caratterizzazione dei personaggi il meglio riuscito è il bagnino Ennio, che prende effettivamente vita agli occhi del lettore spiccando facilmente in un contesto narrativo un po’ troppo piatto e prevedibile. Ennio assume vero spessore di personaggio, Federico e tutti gli altri non arrivano alla sua profondità psicologica ma “reggono bene” la parte, salvando la storia.
“Sulle Spalle del Canguro” è il primo romanzo di Francesco Maestri. Un libro candido, la lotta di un giovane che scopre il potere dei sogni e trova dentro di sé la forza per raggiungerli. C’è un Federico in ognuno di noi, che aspetta solo il momento di trovare il coraggio e ascoltare la saggezza del nostro cuore. Altro protagonista silenzioso, l’Adriatico assume nel romanzo contorni poetici come fosse un oceano. E per noi romagnoli il paragone non è certo azzardato.
In conclusione, essendo questo il primo romanzo di Francesco Maestri e avendolo l’autore ambientato praticamente a casa nostra, possiamo facilmente perdonare la punteggiatura e goderci “Sulle Spalle del Canguro” possibilmente, anzi necessariamente, con i piedi immersi nella sabbia.
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