di Stefano Vitali *
Vi ho chiamati qui per fare il punto sulla situazione finanziaria dell’Ente Provincia di Rimini alla vigilia, certa più che probabile, del risollevarsi del dibattito sulla chiusura delle Province e, più seriamente, dovendo comunicare alcune recentissime novità, scaturite dalle nuove, recentissime, disposizioni governative in materia di Enti locali. Quella che ormai è conosciuta da tutti come ‘spending review’ da inizio anno ha avuto una ulteriore espansione che, per la Provincia di Rimini, significa oggi un ulteriore ‘taglio’ di oltre 1,5 milioni di euro. A bilancio previsionale già approvato e ‘massacrato’ (credo che ricordiate il drastico calo degli investimenti, passati in un anno da quasi 40 a 10 scarsi milioni di euro) si aggiunge adesso una sforbiciata pesantissima che possiamo chiamare senza timore di smentita ‘vera e propria amputazione’.
Dal 2008 ad oggi i trasferimenti statali alla Provincia di Rimini sono diminuiti di 9,5 milioni di euro. Un’enormità, corrispondente a un dignitoso bilancio di parte investimenti (strade, scuole, infrastrutture per il territorio) che ci è stato tolto. Se in quattro anni si è riusciti in qualche modo a non affondare il merito risiede in una razionalizzazione delle spese correnti (personale, costi politica, utenze etc) pari a 7,6 milioni di euro. Mi permetto di aggiungere un aspetto che a volte passa in secondo piano: in questo frattempo la Provincia di Rimini è passata da 20 a 27 Comuni, percentualmente un incremento amministrativo del 30% ma territoriale e stradale (raddoppio della rete) del 50% non coperto da un euro che è uno. Con meno soldi dobbiamo avere cura di un territorio molto più grande, complesso e, in molte zone, morfologicamente fragile.
Non è finita. Perché c’è anche il patto di stabilità. Sapete tutti cosa è, sapete tutti cosa fa. Mi limito a dirvi solo questo: il patto di stabilità blocca alla Provincia di Rimini oltre 15 milioni di euro (già in cassa) in investimenti. Quindici milioni non sono una bazzecola. Pensate cosa significherebbe poterli investire sulla riqualificazione scolastica complessiva.
Tutto ciò premesso, eccoci all’amara pillola dell’oggi. La Provincia di Rimini subisce una nuova amputazione finanziaria pari a 1,5 milioni di euro. E’ chiaro che, al di là di tutto, questo ci impone di procedere a scelte draconiane e sgradevoli, che vanno anche a interrompere prassi pluriennali consolidate. Questo dispiace ma non possiamo fare altrimenti visto che il dovere ci impone di concentrare le risorse rimanenti su poche partite strategiche che poi vi dirò. I sacrifici maggiori saranno a carico del turismo e di tutta la parte contributi che si caricheranno almeno il 50% dello sforzo. Ciò significa principalmente non potere più supportare finanziariamente gran parte degli eventi sul territorio. Ma significa anche procedere a un’ulteriore razionalizzazione della manutenzione stradale: possiamo intervenire solo sulle emergenze e non altro. A questo ci costringe uno Stato miope che se da un lato toglie risorse agli enti locali, dall’altro gli impedisce di usare perfino quelle che ha in cassa. Una situazione kafkiana che non penalizza le ambizioni di un presidente o di un assessore ma di una comunità intera, impoverita nell’hardware e nel software da questa scelta compiuta sulle Province, comunque destinate a accasciarsi al suolo anche senza decisioni parlamentari.
Come Provincia di Rimini, stante il contesto descritto, ci concentreremo su tre priorità infrastrutturali: Aeroporto (salvataggio e ingresso soci privati), Ponte sul conca (variante), Edilizia scolastica (Valgimigli e polo scolastico Riccione). Crediamo che assolveremmo dignitosamente al compito di mandato se di qui a un anno portassimo a casa questi risultati.
*Presidente della Provincia di Rimini