Il pallino delle previsioni del sistema economico provinciale è nelle mani di Prometeia e Unioncamere Emilia-Romagna su fonte Istat.
In sintesi: tra il 2013 e il 2015 il tasso medio annuo di crescita del valore aggiunto in provincia di Rimini sarà del +0,6%, inferiore al valore atteso medio annuo del +0,9% per l’Emilia-Romagna e sostanzialmente in linea con il tasso di crescita annua dell’Italia (+0,7%). A livello provinciale, la crescita investirà tutti i macrosettori; quello che ne beneficerà maggiormente sarà l’industria manifatturiera, con un tasso medio annuo del +1,1%, a cui seguiranno, nell’ordine, l’agricoltura 0,7%), i servizi (+0,5%) e le costruzioni (+0,4%).
Tra il 2013 e il 2015 l’export aumenterà in provincia di Rimini in misura media annua del 2,2%, presentando però una crescita inferiore rispetto al trend regionale (+3,8%) e nazionale 3,8%). La propensione all’export (export/valore aggiunto x 100), in provincia, crescerà leggermente (dal 22,0% nel 2012 al 23,0% nel 2015), in misura decisamente minore rispetto all’incremento che si avrà in Emilia-Romagna (dal 38,4% nel 2012 al 41,8% nel 2015) ed in Italia dal 26,7% nel 2012 al 29,2% nel 2015).
Nel mercato del lavoro riminese si evidenzierà, tra il 2013 ed il 2015, una minima crescita delle unità di lavoro, quantificabile in un +0,3% medio annuo, variazione in linea con a quella che registrerà in ambito regionale (+0,4%) e superiore a quella che si avrà a livello nazionale 0,1%).
Nel 2015, inoltre, in provincia di Rimini si attende un tasso di disoccupazione (persone in cerca di occupazione/forze lavoro x 100) pari al 9,3% (in diminuzione rispetto al 9,8% del 2012), valore superiore a quello che ci si aspetta per l’Emilia-Romagna (6,5%) e inferiore a quello che si avrà in Italia (11,2%). In sostanza, lo scenario che si profila tra il 2012 e il 2015 appare caratterizzato da un’uscita dalla recessione che dovrebbe realizzarsi sul finire del 2013 e da una ripresa graduale e relativamente debole per il biennio seguente. Tale scenario di recupero graduale dell’economia, delineato per il triennio 2013-2015, contribuisce alla previsione di una domanda occupazionale ancora poco dinamica e, pertanto, non ci si può attendere, nei prossimi anni, una discesa rilevante dei tassi di disoccupazione.