Le nuove tecnologie hanno raggiunto tutta la sanità pubblica riminese semplificando anche la vita dei pazieti. Almeno per quel che riguarda la diagnostica che comporta la creazione di immagini come la Radiologia. Costo del sistema: 4 milioni di euro che “si sta pagando coi soldi che si risparmiano su lastre, costi di magazzino e altro” spiega in una nota l’Auls di Rimini. “Raggi X, Tac, risonanze, ecografie – si legge – possono essere immagazzinate su cd o dvd, e consultabili in rete” e il sistema “sta funzionando a pieno ritmo”. Lo consentirà il sistema “Pacs” ovvero “un’apparecchiatura che consente l’immagazzinamento e la consultazione di tali esami da parte dei professionisti direttamente dal computer”.
“Si tratta – spiega il dottor Enrico Cavagna, direttore del Dipartimento di Patologia Clinica e Radiologia di Rimini – di una vera e propria rivoluzione copernicana. Pacs è l’acronimo di Picture Archiving and Communication System: sistema per l’archiviazione e la comunicazione di immagini radiologiche (picture). Alla base vi è un enorme contenitore di immagini che non sono più su pellicola bensì digitali. Con il Pacs è scomparso il problema dell’archiviazione delle lastre di pellicola, che sono estremamente ingombranti, pesanti, inquinanti e anche pericolose perché infiammabili. Per recuperare le immagini di un esame precedente non è più necessaria una persona dedicata che vada a rovistare negli archivi: bastano pochi click del mouse. Non solo: nell’archivio digitale le immagini non si smarriscono, come poteva succedere per le pellicole. E sono disponibili 24 ore su 24, sette giorni a settimana, in quanto non dipendono dalle persone. Tutto ciò è importante anche dal punto di vista medico-legale. Nell’ archivio digitale gli esami precedenti sono subito visibili e ciò è importantissimo per tutti i medici ma specie per il medico radiologo che deve refertare gli esami, in quanto in tutti i pazienti (ma soprattutto negli oncologici) è fondamentale confrontare gli esami attuali con quelli precedenti (che il paziente potrebbe aver dimenticato o che potrebbero essere rimasti in reparto). Tutto ciò è stato superato”.
I vantaggi sono facilmente intuibili: gli esami di diagnostica per immagini, assieme al loro referto, possono essere immediatamente visibili da qualsiasi computer della rete aziendale, consentendo l’ingrandimento dei dettagli, misurazioni, modifica del chiaro-scuro. Con la possibilità di trasmettere le stesse ad un altro professionista per una seconda valutazione. Nei prossimi sei anni – secondo una stima della locale Ausl – è stimabile un numero di esami, per tutti e cinque gli ospedali provinciali superiore ai sei milioni. Naturalmente gli archivi di lastre presenti dovranno continuare ad essere mantenuti per dieci anni, per obblighi medico – legali, ma poco alla volta saranno smaltiti e i relativi spazi riconvertiti.
Ma cosa cambia per il paziente? “Anche per il paziente ci sono molti vantaggi – continua il dottor Cavagna -. Tutti i suoi esami e i relativi referti potranno essere contenuti in cd o in dvd, assai più comodi da portare quando si andrà ad un controllo, senza rischio di dimenticare qualcosa. E i pazienti, in futuro, potranno ritirare i propri cd o referti in uno qualunque dei cinque ospedali provinciali, quello più vicino a casa, indipendentemente da dove l’esame è stato fatto. La possibilità di accesso all’archivio centrale, previo permesso del paziente, è in capo anche ai medici di famiglia”.
Il progetto, realizzato grazie alla stretta collaborazione con l’”Ingegneria Clinica” e il Ced aziendali, ha previsto la fornitura di 41 stazioni di refertazione (21 a Rimini, 9 a Riccione, 5 a Cattolica, 3 a Santarcangelo e 3 a Novafeltria) con 4 “cervelli” in ogni Ospedale, un “cervellone centrale”, che funge da archivio generale a Rimini e un “super-cervellone disaster recovery” situato lontano da Rimini (per la precisione in Val d’Aosta vicino al Gran Paradiso) che in caso di black-out, malfunzionamento della rete interna o eventi catastrofici mantiene la continuità del servizio (business continuity) e impedisce la perdita di dati.
Il progetto Pacs – riferisce nelle sue conclusioni l’Ausl – riguarda in primis la Radiologia, ma coinvolge trasversalmente tutte le Unità Operative poiché il sistema può immagazzinare anche immagini non radiografiche come ad esempio le gastroscopie, i filmati diagnostici e altro. Il Dipartimento dell’Emergenza, per fare un solo esempio, potrà averne un vantaggio operativo maggiore, legato alla maggiore velocità ed utilizzabilità delle immagini per confronto e consulenza.
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