“L’attentato alla Cooperativa Braccianti Riminese è un atto terroristico a tutti gli effetti”. Netta e dura la posizione di Legacoop Romagna all’indomani del grave episodio di cronaca avvenuto a Ponte Verucchio nella notte tra giovedì 16 e venerdì 17 scorsi. Mezzi incendiati alla ditta Emir di Ponte Verucchio con chiara ed esplicita rivendicazione firmata No Tav.
Ad andare al rogo di due mezzi di lavoro: un Fiat Iveco e un Fiat Ducato (nella foto uno dei due veicoli). La ditta, che si occupa di frantumazione e lavaggio ghiaia, è oggi di proprietà della Cbr (Cooperativa Braccianti Riminese). Nel piazzale quella notte erano presenti sei mezzi tra caterpillar ed escavatori e su ognuno di essi sono state ritrovate taniche di benzina arricchite dalla diavolina innescate da micce realizzate con strisce di fiammiferi antivento. Per fortuna solo due delle micce hanno preso fuoco, grazie molto probabilmente al vento di Scirocco che durante la notte soffiava forte nella zona, provocando danni per circa 50mila euro.
A intervenire per primi sul posto i Carabinieri della stazione di Novafeltria, che avevano notato salire il fumo dal piazzale dell’azienda, e allertati dai colleghi anche i Carabinieri di Verucchio e i vigili del fuoco di Novafeltria che hanno impiegato circa due ore per domare le fiamme. Fin da subito il sospetto da parte delle forze dell’ordine sulle cause del dolo si è indirizzato verso i movimenti NO TAV. Ad alimentarlo è stato il ritrovamento di una scritta lasciata sulla parete di un gabbiotto: “CMC terrorista. Solidarietà a Nico, Claudio, Chiara e Mattia (i quattro giovani arrestati a dicembre durante alcuni scontri al cantiere della Tav in val di Susa) e alla lotta No Tav”. Il gesto è dunque rivolto alla CMC (Cooperativa Muratori e Cementisti) di Ravenna che in passato è stata affiliata alla Emir ed è una delle principali ditte costruttrici della Tav in Val di Susa, la linea ad alta velocità che collega Torino a Lione.
Sull’accaduto è subito intervenuto il presidente della Cbr, Giampiero Boschetti, per tranquillizzare i propri dipendenti (12 operai e 10 autisti) del fatto che non perderanno il posto di lavoro. Tra i primi a esprimere la propria solidarietà all’azienda il presidente della provincia di Rimini Stefano Vitali che ha dichiarato: “all’impianto di frantumazione Cbr di Ponte Verucchio è accaduto un fatto di gravità estrema, che purtroppo, se confermato nelle modalità, ci risucchia in una dimensione di cronaca inusuale per questo territorio. Dalle prime notizie che giungono, pare che l’impresa verucchiese sia stata oggetto di una violenta intimidazione di particolare matrice”. A parlare è stato anche il sindaco di Verucchio Giorgio Pruccoli definendo l’incendio un attentato “vile, inaccettabile e preoccupante. Questa gente – ha dichiarato- deve sapere che da noi queste pratiche non albergheranno mai. E devono saperlo perché glielo deve dire forte e chiaro l’intera comunità”.
Dura presa di posizione anche da parte degli onorevoli del Pd Arlotti e Petitti che questa mattina hanno depositato un’interrogazione alla Camera indirizzata al Ministro dell’Interno Angelino Alfano chiedendogli “quali iniziative intenda assumere in modo da scongiurare nuovi rischi di attentati contro le aziende e i loro lavoratori”. Inoltre, nel ripercorrere l’incendio doloso avvenuto, gli onorevoli hanno ricordato che “nel 2009 la medesima cava, allora di proprietà della ditta Sic del gruppo Cmc, era stata teatro di un altro attentato con il danneggiamento di un nastro trasportatore, rivendicato poi a Bologna da gruppi No Tav.” Sicuramente i movimenti No Tav non sono nuovi ad atti intimidatori provocati con bottiglie incendiarie. Gli inquirenti si mantengono comunque cauti fino alla conclusione delle indagini.
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