“A prevalere tra le specialità dell’Emilia Romagna – prosegue Coldiretti – sono i 156 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 61 piatti composti e prodotti della gastronomia; 55 prodotti di frutta e verdura freschi o lavorati; 47 tra salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di vario genere; 12 formaggi; 9 bevande tra analcoliche, liquori e distillati; 7 preparazioni di pesci, molluschi e crostacei; 6 prodotti di origine animale (miele e lattiero-caseari, escluso il burro); 3 condimenti”.
Tra le new entry del 2014: la coppa di testa, ricavata dall’utilizzo delle parti più umili del maiale; il migliaccio, un antichissimo dolce che ha come ingrediente principale il sangue suino (perché, come si dice, del maiale non si butta via niente), arricchito con zucchero, cioccolato, saba e frutta secca; la caciotta di mucca ottenuta con caglio vegetale; varietà antiche di vitigni reggiani; le sfrappe, dolce tipico del carnevale. Molto fiero di questo risultato Mauro Tonello, Presidente di Coldiretti Emilia Romagna, che tiene a sottolineare quanto questo risultato sia dovuto “a lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari”. Un bene comune per l’intera collettività oltre ad essere anche un patrimonio culturale.
Sul podio delle assegnazioni a livello regionale troviamo la Toscana, con 463 bandiere del gusto, seguita dalla Campania (429) e dal Lazio (386). Appena sotto al podio, si posizionano il Veneto (371) e l’Emilia Romagna. A seguire il Piemonte con 341 specialità e la Liguria con 295 prodotti. A ruota la Calabria con 269 prodotti tipici censiti, Lombardia (246), Sicilia (235), Puglia (233), Sardegna (184), Molise (159), Friuli-Venezia Giulia (156), Marche (152), Abruzzo (147), la provincia autonoma di Trento con 107, quella di Bolzano con 92, Basilicata (90), Umbria (70) e Val d’Aosta con 32. (m.z.)