Purtroppo si tratta di materiale potenzialmente molto pericoloso ed è per questo che la normativa ambientale gli dedica una particolare attenzione. Si tratta dei pneumatici fuori uso (Pfu). Gli stessi che ieri sono andati a fuoco in un grave incendio nello stabilimento della Eco-Pfu di Sassofeltrio (PS). Le fiamme (nella foto i Vigili del Fuoco al lavoro) sono state domate ma, a causa della tipologia di materiali bruciati, colonne di fumo potranno permanere per alcuni giorni nell’aria circostante. E’ dovuta intervenire anche l’ Agenzia per la Protezione Ambientale delle Marche (Arpam), che “ha provveduto a prelevare campioni di terreno per compiere analisi inerenti l’eventuale presenza sul suolo di idrocarburi policiclici aromatici”. Lavoro anche per l’Azienda Sanitaria di Pesaro che risulta intervenuta con “controlli approfonditi sui residenti negli edifici confinanti con il sito interessato dall’incendio”.
In attesa dei risultati delle analisi, il Comune ha emanato un’ordinanza raccomandando ai residenti di tenere chiuse le finestre di casa ed evitare di raccogliere ed utilizzare verdure coltivate nei campi interessati dalla coltre fumosa. “Erano appena iniziati gli ultimi lavori di bonifica dello stabile ed escludiamo origini dolose” ha dichiarato il sindaco di Sassofeltrio Francesco Formoso al corriereromagna.it.
L’azienda, che ha svolto la propria operatività dal 2006 al 2010, risulta ora sotto sequestro da parte del Tribunale di Pesaro a causa del suo fallimento. Una situazione ovviamente nota alle autorità pubbliche. Tanto che anche il Consiglio comunale il 19 giugno scorso ufficializzava la questione decretando l’urgenza di un intervento per la rimozione e smaltimento dei pneumatici fuori uso stoccati nell’area. Nella delibera si legge che nell’area di proprietà del fallimento della ditta Eco-Pfu risultavano stoccati, a quella data, circa 1600 tonnellate di pneumatici fuori uso “costituenti una fonte di degrado ambientale e inquinamento oltre che una fonte di rischio di incendio e quindi di pericolo per l’intera popolazione”.
Per affrontare la situazione, si è fatta avanti la Ecopneus con sede a Milano. Costo dell’operazione, a carico delle casse pubbliche, quasi 26 mila euro (25.894,00 per la precisione). Nel documento si legge anche che le risorse economiche sono state assegnate e che lavori sarebbero iniziati il 17 giugno e si sarebbero protratti per 30 giorni. Evidentemente non è stato smaltito tutto. E’ possibile, a questo punto, anche l’apertura di un’inchiesta giudiziaria.
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