di FABIO GALLI *
La notizia dell’assemblaggio sotto un’unica proprietà della maggioranza dei parchi tematici della Riviera di Rimini è senza dubbio la più importante degli ultimi anni in materia di politica turistica locale. Gli effetti di questa ‘rivoluzione’ portata avanti dal Gruppo Costa, leader nel settore a livello nazionale e internazionale, sono potenzialmente rilevanti e profondamente incidenti sull’industria dell’accoglienza riminese, non solo in considerazione del volume territoriale di affari prodotto: siamo intorno al milione e mezzo di biglietti staccati ogni anno, per un fatturato complessivo diretto superiore ai 50 milioni di euro. Senza dubbio va rimarcato il valore generale della mossa del Gruppo Costa, vale a dire un’azienda leader nel segmento loisir che sceglie di investire sul nostro territorio. In tempi in cui si fa un gran parlare di imprese che se ne vanno (dall’Italia come da Rimini), credo vada ampiamente valorizzata e analizzata questa iniziativa, interpretandola anche come segnale di persistente appeal dell’area riminese: neanche un pazzo investirebbe milioni di euro su strutture ubicate in zone che hanno scarse prospettive di ritorno economico. Quindi c’è il valore particolare dell’operazione ‘parchi tematici riminesi’. Proprio perché leader in Italia e all’estero, il Gruppo Costa possiede una consistente macchina promozionale delle proprie strutture, da ora in poi pienamente coinvolgente gli impianti nella nostra provincia. Questo, a mio avviso, è la parte che potrebbe produrre conseguenze vaste e positive, sul medio e lungo periodo, anche per il nostro territorio. Sappiamo bene che già oggi i parchi sono un’attrattiva reale nella scelta del ‘fare vacanza’ soprattutto su precisi target (famiglie e giovani) e determinati periodi dell’anno (la primavera e l’estate). Proprio per questo, negli anni, sono state messe in piedi sinergie comunicative e promozionali tra sistema territoriale (pubblico e privato) e Riviera dei Parchi che hanno dato discreti, se non buoni, frutti. L’accorpamento della proprietà di gran parte dei parchi tematici del Riminese chiama però anche il ‘sistema Rimini’ ad un salto di qualità nel rapporto con il privato gestore, visto il potenziale ‘cambio di scala’ in termini di platea a cui ci si rivolge (il mercato nazionale e internazionale) e di ottimizzazione di risorse economiche conseguente all’operazione. Probabilmente sarà necessario confrontarsi da subito con il Gruppo Costa, cercando di imbastire una collaborazione che vada al di là di un semplice spot. La scommessa del Gruppo Costa sui parchi (e sul territorio) riminesi chiama il comparto turistico locale a pensare diverso in termini di promo-commercializzazione rispetto a quanto fatto sino ad ora: si tratta di una enorme opportunità, che potenzialmente vale molto di più di qualunque risorsa pubblica possa essere individuata e investita, che questo territorio ha il dovere di non farsi sfuggire per inerzia o altro.”
* Assessore al Turismo della Provincia di Rimini