di BERNADETTA RANIERI
Settembre. Mese in cui tutta la macchina scolastica si rimette in moto e si torna sui banchi di scuola. Quest’anno a Rimini le scuole pubbliche secondarie di primo grado, le cosiddette scuole medie, riapriranno con una novità: il “Rimini Campus”, un progetto sperimentale che prevede la possibilità di richiedere il tempo prolungato. Ad essere interessati 3.361 alunni delle classi quinte di scuola primaria e prime e seconde delle scuole secondarie di primo grado ai quali è stato inviato un apposito questionario per verificare il potenziale impatto sulle famiglie della sperimentazione.
Si tratta di un progetto presentato nel dicembre 2013 dal consigliere M5S Carla Franchini (nella foto) e che vede la sua realizzazione già per l’imminente anno scolastico 2014-15. Il tutto nasce dall’esigenza di coniugare famiglia e lavoro. Dato che lo stesso MIUR prevede la possibilità di predisporre il tempo prolungato per le scuole medie e dal momento che sul territorio riminese non vi sono attualmente scuole medie che offrono questa possibilità, a differenza di quanto avviene per la scuola primaria, ecco che è partita la proposta di sperimentazione. Non si tratta semplicemente di dare un aiuto concreto alle famiglie, ma è soprattutto un modo per offrire ai ragazzi un luogo sicuro e qualificato che favorisca la socializzazione. Le attività pomeridiane saranno scandite da tre momenti ben precisi: il pranzo, i compiti e lo sport. Per la gestione del servizio il Comune di Rimini ha indetto un bando, ma prima di fare ciò la proposta progettuale è stata vagliata attraverso uno studio di fattibilità avviato da un tavolo tecnico comprendente tecnici del Comune e Istituzioni scolastiche.
Il Comune di Rimini metterà a disposizione lo spazio didattico e coprirà le spese relative all’ordinaria e straordinaria manutenzione degli immobili e la gestione degli stessi (acqua, energia elettrica, riscaldamento). “Tutti i costi attivi (educatori, pasti portierato e pulizie) – ha tenuto a sottolineare il consigliere Franchini – in assenza di contributi del Comune resteranno ad esclusivo carico delle famiglie. E’ evidente che questo influirà sul costo finale del servizio e sarà certamente questo a fare la differenza nell’ambito della sperimentazione”. Tutto ciò perché, continua la Franchini, “quando ho sviluppato il progetto l’ho fatto a invarianza finanziaria per il Comune, vale a dire senza prevedere costi per l’ente, per evitare che potesse essere “archiviato” sulla base di valutazioni connesse ai costi”.
Dunque, l’inizio delle lezioni è alle porte e la prima scuola secondaria di primo grado che ha dato la propria disponibilità alla sperimentazione del tempo prolungato è la “Bertola” in Via Euterpe che organizza già da anni attività extracurriculari in orario pomeridiano.
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