Nonostante l’alleanza con gli altri sindaci dell’Emilia Romagna per ottenere dal Governo centrale la tassazione del gioco d’azzardo per scongiurare la mini Imu, l’imposta (che lo ricordiamo a causa il ginepario degli acronimi è quella sull’abitazione principale, ndr) si pagherà. Purtroppo il provvedimento è stato rigettato e si dovrà applicare quanto previsto decreto legge 133/2013. Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha messo proprio ieri la parola fine.
“Siamo all’assurdo – ha dichiarato il sindaco Andrea Gnassi. – L’operazione dal sapore puramente mediatico che il governo e la politica centrale romana stanno costruendo attraverso il messaggio ‘noi a Roma abbassiamo le tasse, poi saranno i Comuni a decidere se alzarle o meno’ spacciandolo poi per federalismo, non solo è una balla, ma persino moralmente inaccettabile. I comuni italiani devono avere un miliardo e mezzo dalla mancata copertura da parte dello Stato della cosiddetta mini-Imu, nonostante il governo avesse annunciato beffardamente che l’Imu sulla prima casa era abolita. Ricordiamoci che le risorse sottratte in questo modo ai Comuni sono le stesse risorse che servono ai Comuni per garantire i servizi di base, welfare, scuole, trasporto pubblico e per tenere più basse possibili le tasse per i cittadini, se non altro quelli più bisognosi. Sottraendo ai Comuni quelle risorse, sicuramente il governo porta a casa un’operazione di imbellettamento, ma costringe i sindaci a chiedere ai cittadini quelle risorse necessarie per garantire i servizi”.
Ma il primo cittadino non ha nessuna intenzione di mollare. “La nostra battaglia – dice ancora Gnassi – andrà avanti su due fronti. Il primo: continueremo a chiedere che venga aumentata la tassazione sul gioco d’azzardo, settore che in Italia fattura circa 100 miliardi di euro e che a livello europeo vede l’Italia agli ultimi posti come tassazione. Un settore che si sviluppa spesso sulla rendita sulla disperazione delle persone. Chiediamo che le entrate maggiori dall’aumento delle tasse sul gioco d’azzardo siano destinate a far si’ che la Tasi e le altre tasse previste per il 2014 siano più basse e più eque per i cittadini”.
“Questa ennesima beffa – ha aggiunto invece l’assessore al Bilancio Gian Luca Brasini – risulta veramente ignobile non tanto per gli importi, a cui sono chiamati a pagare i cittadini, dato che si parla a Rimini di una media di 40 euro a famiglia, ma perché impone agli stessi cittadini, ai Caf, ai commercialisti, l’ennesima complicazione in un sistema tributario in cui non ci si capisce più nulla. Per questo motivo abbiamo deciso, ponendoci come promotori a livello regionale di questa iniziativa, di semplificare la vita dei cittadini consentendo ai contribuenti riminesi di provvedere al pagamento della mini-Imu fino al 16 giugno, senza oneri aggiuntivi, né sanzioni, né interessi. Proprio al fine di adottare tempestivamente questo provvedimento, in tal caso possiamo proprio dire dalla sera alla mattina, ci apprestiamo a convocare un Consiglio Comunale d’urgenza”.
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