L’Ufficio Economico di Unindustria Rimini ha diffuso i dati relativi all’indagine congiunturale sulla situazione economica della provincia di Rimini con un consuntivo del primo semestre 2015 e le previsioni per il secondo semestre. I dati, che si riferiscono ad un campione di aziende del comparto manifatturiero e dei servizi (e non comprende il settore delle costruzioni), mostrano un quadro in netto miglioramento rispetto allo stesso periodo del 2014.
Numeri positivi nei principali indicatori. Fatturato totale: +5,10%, rispetto al primo semestre 2014, per il campione preso in esame. Fatturato interno (+5%), estero (+5,20%). Molto bene le piccole imprese (+8,40%), che sono però anche quelle che hanno visto un calo nel fatturato estero (-3,4%). Nelle medie imprese il fatturato totale è aumentato del 6,40% e, in questo caso, è stato il fatturato estero ad essere trainante (+12,60%). Le grandi imprese hanno registrato un aumento del fatturato totale del 3,20%, di quello interno del 5,70% e di quello estero dello 0,60%. Il grado di internazionalizzazione si attesta in media al 51% con una percentuale del 61,30% nelle grandi aziende, del 42,70% nelle aziende comprese fra 50 e 249 addetti e del 35,40% nelle aziende con meno di 50 dipendenti. Produzione: +0,30% rispetto al stesso peridio del 2014. Incremento determinato dalle piccole imprese (+3,30%) e dalle grandi (+1,10%), mentre quelle con un numero di dipendenti compreso fra 50 e 249 hanno registrato un calo (-1,1%). Occupazione nel primo semestre 2015 è aumentata (+1%). Analizzando i principali settori merceologici si può vedere che il metalmeccanico e l’agroalimentare sono quelli che hanno i dati complessivamente migliori, mentre il settore legno è quello che soffre maggiormente
Per la seconda parte dell’anno, gli imprenditori locali confermano, ritoccandole, le sensazioni positive già evidenziate nella precedente rilevazione: produzione in aumento dal 36% delle imprese, stazionaria per il 53,30% e in diminuzione per 10,70% delle aziende campione. Ordini totali: il 39,50% degli imprenditori prevede una crescita, il 48,70% stazionarietà e l’11,80% una diminuzione. Gli ordini esteri sono previsti in aumento dal 31,50% del campione, per il 59,30% saranno stazionari e per il 9,30% in diminuzione. Sul versante occupazione, le previsioni sono stazionarie per l’80,60% delle imprese, in crescita per il 16,70% e in calo per il 2,80%. Ricorso alla cassa integrazione il 63,90% delle aziende del campione lo esclude. Il 13,90% lo considera poco probabile e il 22,20% lo considera probabile (il 15,30% probabile ma limitato e il 6,90% probabile e consistente). Che sia vera ripresa? (d.c.)