di LUCA RIGHETTI
Quintali di vongole sulla battigia nei giorni scorsi, pescatori in ginocchio, e la solita “palla” che rimbalza tra i livelli locali, nazionali e Bruxelles. Per il mare non c’è pace. E non è neppure la prima volta che tra le direttive dell’Unione Europea e le legislazioni degli Stati membri si verifichi come una specie di scollamento e non si tenga adeguatamente conto delle specificità e delle problematiche espressione dei singoli territori.
Questa volta ad essere stata colpita è la categoria dei vongolari italiani che con il loro pescato deliziano ogni giorno le nostre tavole. Se ne è sentito parlare un po’ in tutte le località di mare dello Stivale ed anche a Rimini il problema è molto sentito. Ma di cosa stiamo parlando esattamente? La questione si sviluppa su due versanti: il primo è quello caratterizzato da una moria diffusa, le cui vere cause sono ancora sconosciute, che impedisce agli allevamenti di raggiungere la piena maturazione e svilupparsi completamente. La seconda causa di questa crisi dipende direttamente dalla legge europea. La taglia minima consentita per lo sviluppo dei bivalvi imposta dalla UE è di 25 mm, ma la maturità sessuale della vongola dell’Adriatico è di 13/18 mm. Considerando anche le morie di cui accennavamo sopra, è molto improbabile riuscire ad arrivare a quelle dimensioni. Di conseguenza i pescatori non possono portare le vongole al mercato, perché quelle pescate sono sempre troppo piccole, pena l’essere soggetti a pesanti sanzioni. Basti pensare che su 100 kg di vongole pescate sono solo 7/8 kg quelli che possono effettivamente essere venduti.
Come ricorda il riminese Marco Affronte, eletto membro del parlamento europeo nel maggio scorso, “nel mercato europeo è entrata in maniera molto forte la Turchia. Là è consentito pescare esemplari al di sopra dei 17 mm, per cui l’esportazione verso i paesi europei – e l’Italia non è esclusa – è in crescita”. Affronte sa bene di cosa parla. Laureato in Scienze Naturali all’Università di Bologna, ha dedicato buona parte della sua attività ai temi legati all’ambiente. Fino al 2011 è stato responsabile scientifico della Fondazione Cetacea e nel 2004 è stato nominato, dalla Provincia di Rimini, direttore scientifico del progetto internazionale triennale Adria-Watch. Nel novembre scorso l’eurodeputato riminese, ha presentato sul tema delle vongole una interrogazione alla Commissione Europea. “Sto spettando una risposta – continua Affronte. Di solito la Commissione risponde in 5/6 settimane, ma con le feste natalizie la risposta ancora non la abbiamo avuta”. “Il 22 gennaio inoltre ho presentato alla commissione pesca una proposta di iniziativa, ovvero la richiesta alla stessa di inserire all’ordine del giorno la questione perché venga a conoscenza di tutti”.
Affronte non è il primo parlamentare riminese ad essersi interessato alla crisi dei vongolari. Nel marzo scorso, a seguito del gesto simbolico del presidente della Cooperativa dei pescatori, Giancarlo Cevoli, che si era incatenato in segno di protesta davanti alla sede della Capitaneria di Porto di Rimini, anche Tiziano Arlotti aveva presentato un’interrogazione al ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Maurizio Martina. Nella risposta affidata dal Ministro al sottosegretario Castiglione si ribadiva che in caso di bivalvi pescati di dimensioni troppo piccole, pur se prelevati con attrezzi conformi alle pertinenti norme comunitarie e nazionali, il prodotto dovesse essere comunque e immediatamente rigettato in mare. Una risposta che, come è ovvio, non ha soddisfatto i tanti operatori del settore e che non aiuta di certo a risolvere il problema. La recessione del comparto intanto va avanti ormai da dieci anni: -40% le catture, -38% l’occupazione, -31% la redditività di impresa, a fronte di un aumento del 240% dei costi di produzione. Numeri impressionanti ai quali ci auguriamo possa essere finalmente messa mano, scongiurando una crisi ancora più grave che rischi di mettere ulteriormente in ginocchio una delle eccellenze più importanti della nostra economia locale.