Per una maggiore autonomia regionale partito ufficialmente il negoziato col governo; prima seduta del tavolo di confronto il 17 novembre a Bologna. Il presidente Stefano Bonaccini: “Si parte sul serio, vogliamo raggiungere l’accordo entro la legislatura. Stiamo costruendo il regionalismo del futuro”.
Al Dipartimento per gli Affari regionali, l’insediamento del tavolo paritetico fra l’esecutivo nazionale e le Regioni Emilia-Romagna e Lombardia, con i presidenti Bonaccini e Maroni. Il sottosegretario Bressa, delegato dal premier Gentiloni: “Svolta storica”. La seconda riunione del tavolo a Milano il 21 novembre e le altre, a seguire, nella capitale.
“Siamo di fronte a una svolta storica”, ha sottolineato il sottosegretario Bressa, indicato dal premier Paolo Gentiloni quale referente politico del governo per il negoziato. Per la prima volta nella storia della Repubblica italiana, infatti, viene applicato l’articolo 116 della Costituzione, che al terzo comma consente l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori “forme e condizioni particolari di autonomia” attraverso una legge dello Stato approvata a maggioranza assoluta, sulla base di un’intesa fra il Governo e la Regione interessata. E per lavorare all’intesa, oggi è appunto stato insediato il tavolo di confronto fra l’esecutivo nazionale e le due Regioni.
Per l’Emilia-Romagna una tappa di grande importanza, che arriva a tre settimane dalla firma a Palazzo Chigi, lo scorso 18 ottobre, del presidente del Consiglio, Gentiloni, e del presidente Bonaccini della Dichiarazione di intenti per l’avvio del confronto. In precedenza, il 3 ottobre, la risoluzione votata dall’Assemblea legislativa che dava mandato a Bonaccini al negoziato col Governo.
“Da mesi lavoriamo duramente e con serietà per quella che oggi rappresenta una proposta condivisa con le categorie economiche, i sindacati, le imprese, le università, gli enti locali, i territori e le associazioni del Terzo settore dell’Emilia-Romagna nell’ambito del Patto per il Lavoro- afferma il presidente Bonaccini-. Ci è stato chiesto di aspettare per avviare il confronto insieme alla Lombardia, abbiamo detto sì, dopo aver avuto la garanzia che i tempi non si sarebbero allungati, che non sarebbe stata messa in discussione l’unità nazionale e che non sarebbe stata messa sul tavolo alcuna richiesta di Regione a Statuto speciale. E oggi, nel momento dell’insediamento ufficiale, ribadisco che è positivo il fatto di lavorare insieme per arrivare a rapidamente a una proposta concreta, a un’intesa entro la fine di questa legislatura. Concordo con il sottosegretario Bressa quando ha detto che stiamo costruendo il regionalismo del futuro- chiude Bonaccini- un nuovo regionalismo che possa premiare le Regioni virtuose e aprire la strada ad altre, nell’esclusivo interesse dei cittadini, continuando a far crescere i territori e con loro il Paese”.
All’incontro del pomeriggio, con il presidente Bonaccini era presente l’assessore Emma Petitti (Bilancio e Riordino istituzionale). La giunta ha già definito 12 competenze che l’Emilia-Romagna chiede per sé e che rientrano fra le materie previste dagli articoli 116 (comma terzo) e 117 (commi secondo e terzo) della Costituzione.
-rapporti internazionali e con l’Unione Europea delle Regioni;
-tutela e sicurezza del lavoro;
-istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche;
-commercio con l’estero;
-ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi;
-governo del territorio;
-protezione civile;
-coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario;
-tutela della salute;
-norme generali sull’istruzione;
-tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali;
-organizzazione della giustizia di pace.
La Giunta è pronta ad aggiungere altre 4-5 competenze relative a professioni, cultura, sport e agricoltura. Sarà il presidente Bonaccini a proporre l’allargamento all’Assemblea legislativa nella seduta di martedì e mercoledì prossimi, durante la quale relazionerà anche sull’insediamento del tavolo di confronto avvenuta oggi.
Inizialmente erano state individuate le quattro aree strategiche alle quali ricondurre le competenze richieste, poi riprese nella risoluzione votata il 3 ottobre scorso dall’Assemblea legislativa. Eccole: tutela e sicurezza del lavoro, istruzione tecnica e professionale; internazionalizzazione delle imprese, ricerca scientifica e tecnologica, sostegno all’innovazione; territorio e rigenerazione urbana, ambiente e infrastrutture; tutela della salute. A esse si aggiunge l’area complementare con le materie funzionali all’esercizio delle nuove competenze richieste: rapporti della Regione con l’Unione Europea coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; governance istituzionale.
Il percorso e il progetto per l’ottenimento di una maggiore autonomia sono stati condivisi fin dall’inizio con i componenti il Patto per il Lavoro, riunitosi anche due giorni fa, quando è stato ribadito il fatto che, parallelamente al negoziato con Palazzo Chigi, resta aperto il confronto, sia attraverso convocazioni del tavolo Giunta-Patto sia attraverso contatti con i singoli assessorati sulle materie di competenza.