Il filosofo Massimo Cacciari con il direttore della biblioteca di Misano Gustavo Cecchini
Un applauso infinito per Stefano Zamagni, l’economista di papa Bergoglio, lo scorso 10 novembre in un teatro Astra con gente in piedi.
Prosa elegante ed appassionata, incisivo ed ironico, Zamagni aveva come tema “Felicità sostenibile” all’interno del ciclo “Terre del futuro. Nove Parole per guardare lontano”.
Il prestigioso intellettuale non ha fatto altro di parlare di un’economia civile che mette al centro l’uomo e non il profitto.
«Maledetti economisti». ha ripetuto più volte con affetto, con tono severo e umile allo stesso tempo. Appartiene alla categoria degli economisti ma a differenza di buona parte dei colleghi ha il coraggio di cantare fuori dal coro e proporre una visione del mondo diversa, basata sul concetto di felicità pubblica. Teorico dell’economia civile, sistema di economia di mercato che, a differenza del capitalismo, non fa del profitto il proprio fine, proponendosi di perseguire il bene comune, Zamagni ritiene si debba uscire dall’equivoco contemporaneo secondo cui la felicità risiede nell’accumulazione di beni. Non basta soddisfare i propri bisogni per essere felici: la felicità, infatti, si fonda anzitutto sulla relazione, sul riconoscimento. Occorre allora pensare ad un diverso modello di sviluppo, nel quale la vita dell’uomo non venga risucchiata dal lavoro nell’ossessione di produrre reddito, ma lasci spazio alla famiglia ed alle amicizie, consentendo di rapportarsi positivamente agli altri. Giacché, come sosteneva Aristotele, non si può essere felici da soli.
Prossimo appuntamento con il filosofo Massimo Cacciari il 15 novembre. Altra serata da non perdere.