Il filosofo Salvatore Natoli nella rassegna misanese di filosofia ” Terre del futuro” ha portato la parola “Fiducia”. Teatro Astra da grande occasione lo scorso 3 novembre; pieno in ogni posto.
«Perché gli uomini, nonostante e oltre le delusioni, continuano a fidarsi e comunque ci riescono?» Se lo chiede Salvatore Natoli durante l’intensa lezione. Una sfida impegnativa. Non è difficile riconoscere che il tema della fiducia oggi è uno dei più insidiosi campi di battaglia dove un filosofo possa avventurarsi. L’incertezza del domani che permea la nostra epoca ci induce a vivere confinati nell’esistente senza alcuna progettualità. Diffidiamo degli altri, costruiamo barriere, in una società sempre più disgregata e dominata dall’indifferenza. Serve fiducia, asserisce Natoli, per non perdersi nel presente, fare progetti ed impegnarsi per il futuro. E, d’altra parte, senza fiducia tra lo Stato e i cittadini, come potrebbe restare in piedi, e più ancora prosperare, una democrazia? La rabbia e l’impotenza, avverte Natoli, porterebbero inevitabilmente, prima o poi, all’antipolitica e all’estremismo. In definitiva, alla dissoluzione della compagine sociale. E conclude: «Per il rafforzamento della democrazia è necessaria una forte istanza morale. Ognuno inizi da sé: tutti i cambiamenti hanno preso avvio da minoranze attive e da qualche parte bisogna pur cominciare.»
Prossimo appuntamento il 10 novembre, ore 21, con l’economista consigliere di papa Bergoglio, Stefano Zamagni. Il suo tema: “Felicità sostenibile”