Mirco Galeazzi, segretario Cna Rimini
Fisco più equo. Abbattere la pressione fiscale locale. Fondo per start up. Ridurre l’Imu sugli immobili.
Sono le tre proposte di CNA per sostenere la ripresa ed un fisco più equo.
A Rimini il mix tra incidenza erariale e contributiva statale, regionale e comunale restituisce un Total tax rate al 60%, solo il 40% rimane nelle casse delle imprese e fino al 6 agosto si lavorerà per pagare le tasse.
I freddi numeri del Rapporto 2017 dell’Osservatorio permanente CNA “Comune che vai, fisco che trovi” fotografano in pieno la situazione di difficoltà delle imprese riminesi, al 61° posto nella classifica complessiva sulla tassazione delle PMI. L’eccessiva pressione fiscale si conferma così il principale nemico di ripresa e crescita delle imprese riminesi.
“Per un fisco più equo è necessario che anche i comuni facciano la loro parte” ha dichiarato il presidente di Cna Rimini Mirco Galeazzi (in foto), reduce dalla direzione provinciale. “Usciamo dagli slogan e dagli annunci e sediamoci al tavolo per trovare con le amministrazioni del territorio soluzioni concrete per le imprese. Non c’è più tempo, non è possibile rimandare un’azione decisa sui tagli alla fiscalità locale da attuare da subito nei bilanci di previsione 2018 e nei programmi triennali degli investimenti.
Se veramente si vuole dare un impulso all’economia del territorio – aggiunge Galeazzi -. E’ necessario dare solidità e gambe alla ripresa economica attraverso un deciso taglio della pressione fiscale. E’ una scelta politica, una priorità fondamentale per sostenere la ripartenza”.
La Cna Rimini, quasi 4 mila aziende associate, ha indicato all’unanimità tre richieste:
– ridurre l’aliquota IMU sugli immobili strumentali delle imprese per capannoni, laboratori e negozi;
– dare completa ed effettiva attuazione alla risoluzione del Ministero delle Finanze nr. 2 del 9 dicembre 2014, che riconosce l’esenzione dalla tassa rifiuti, tutte le superfici in cui si producono in via continuativa e prevalente, RIFIUTI SPECIALI. Altrimenti quelle aziende incomprensibilmente e ingiustamente pagherebbero due volte.
– Prevedere un fondo dedicato al sostegno delle START UP, utile quale rimborso per le spese di avvio e inquadramento aziendale.