“Turismo che va: dopo il Ferragosto evitare l’effetto ’79, il commento del sindaco di Rimini Andrea Gnassi.
Racconta: “Un pezzo di 35 anni fa. Agosto 1982. Dal fondo ‘Silvano Cardellini’ [giornalista principe del Riminese scomparso prima del tempo, ndr] conservato nella Biblioteca Gambalunga di Rimini. Un’estate d’oro quella di allora, scriveva il giornalista. Ma, subito dopo avvertiva, ‘attenzione all’effetto ‘79’.
Stagione turistica eccezionale il 1979, seguita però da due anni di difficoltà, dovute a fattori nazionali (l’aumento dei prezzi) e locali. Tengo questo esempio per leggere in prospettiva la stagione turistica 2017 sulla riviera di Rimini. Ottima, senza dubbio, e i numeri di arrivi e pernottamenti lo confermano.
Lo ha ribadito anche il Sole 24 Ore nell’edizione di martedì 15 agosto, sottolineando ‘l’inatteso boom degli stabilimenti balneari dell’Emilia Romagna’ con il 24 per cento degli ospiti in più. Decisivo, in questo caso, il fattore ‘località sicura’, il beltempo stabile e la migliorata balneabilità delle acque’.
C’è indubbiamente un clima efficace che si è creato e che ci configura come città dinamica e in cambiamento nelle proposte infrastrutturali e immateriali, riconosciuto a Milano come a Monaco di Baviera o Mosca. Ma sarebbe un peccato mortale fermarsi qui, brindare soddisfatti al successo e poi riprendere tali e quali nella primavera 2018, tanto ‘du vut chi vaga enca st’an…’.
Per me, mutuando Silvano Cardellini, bisogna adesso ‘evitare l’effetto ‘79’. Ovvero bisogna cercare di fare tesoro e capitalizzare il tanto di buono venuto da questa stagione. Perché se è vero che il meteo ha avuto un ruolo importante è altrettanto vero, almeno per ciò che riguarda Rimini, che gli investimenti che si stanno portando avanti sul sistema idrico e fognario hanno avuto incidenza sulla qualità del mare.
L’invito esplicito, che rivolgo a tutti noi, alla nostra comunità nel mezzo di una stagione balneare da ricordare è quello di non sedersi sugli allori né tantomeno di oscillare dalla parte opposta del pendolo, e cioè ‘comunque non va bene nulla, siamo finiti’. E’ un invito che rivolgo anche a categorie e a singoli operatori: capitalizzare il successo del 2017 vuol dire investire nella propria attività, per migliorarla anche di un briciolo da un anno all’altro. Fare fruttare il risultato del 2017 significa questo: non accumulare ma investire perché investire è la precondizione di un successo strutturale e non contingente.
L’anno prossimo, di questi tempi, Rimini aprirà il nuovo spazio sopraelevato in piazzale Kennedy; nei mesi precedenti saranno finalmente utilizzabili i contenitori storici riqualificati in centro, dal Fulgor al Teatro, al Ponte di Tiberio a Piazza Malatesta. La città ha investito, investe e investirà per uscire dal dato annuale e cercare di attirare quella fetta di internazionalizzazione che, via via nei decenni, si è consumata anche perché non si è saputo sfruttare pienamente gli effetti post ’79 o ’82 o 2017. Ma adesso i primi a crederci devono essere i protagonisti del sistema turistico riminese, vale a dire gli operatori privati. Investire, investire, investire. Innovare, innovare, innovare. Altrimenti il brindisi del 2017 rischia di andarci di traverso.
Lo scomparso Mario Tebaldi, capace albergatore e assessore al turismo a Cattolica, diceva che una buona stagione ne rovina tre perché si è demotivati ad investire. Potrebbe essere messa in bocca a Gnassi.