Stefano Pivato (storico contemporaneo) ed il figlio Marco (giornalista scientifico) sono due riminesi di prestigio. Da esportazione, si direbbe. Domenica 22 ottobre alle 17, alla Sala del Giudizio del Museo della Città, presentano il libro “I comunisti sulla luna”. L’ultimo mito della rivoluzione russa, dedicato all’odissea russa nello spazio, che si inaugura con il lancio dello Sputnik, nell’ottobre 1957, a quarant’anni esatti dalla mitica rivoluzione. La Guerra fredda si trasferisce tra le stelle. L’URSS riesce a stabilire un primato tecnologico che si protrae per ben un decennio , con l’effetto di rigenerare il mito della patria socialista, offuscato dalla denuncia dei crimini di Stalin. Dopo Laika, la prima cagnetta mandata nello spazio, icona del proletariato comunista da contrapporre alla supponenza inutile dei barboncini da salotto dei paesi capitalisti, a sancire la superiorità tecnologica dell’URSS sugli Stati Uniti, sarà il volo spaziale di Jurij Alekseevic Gagarin, seguito dal “miracolo” della prima donna lanciata nello spazio: Valentina Tereškova. E Valentina smontò non solo il pregiudizio sull’inferiorità femminile, ma pure dimostrò che anche le donne comuniste potevano essere carine. Su ciò Stefano Pivato, storico avvezzo a trattare i materiali simbolici del Novecento, si diverte a tracciare una breve storia sull’infelice rapporto, nell’iconografia avversaria, fra bellezza femminile e impegno a sinistra. Ma arriva il 10 luglio 1969, quando Neil Armostrong pianta la bandiera a stella e strisce sul suolo lunare. È la fine del mito.