Conferenza pubblica con Paolo Sensini (saggista, storico, analista di geopolitica e autore di diversi libri):
“Una guerra senza fine: responsabilità e motivi del caos in Medio Oriente e Nordafrica”.
Domenica 22 aprile, ore 17,30 – SPAZIO°Z di Radio Talpa.
Entrata libera fino ad esaurimento posti – Diretta radio su www.radiotalpa.it
Una guerra senza fine: responsabilità e motivi del caos in Medio Oriente e Nordafrica
Cosa sta succedendo in Siria? E in Palestina? USA e Russia si stanno affrontando nelle guerre in Medio Oriente… diventerà un conflitto mondiale? La frantumazione della Libia è una minaccia per l’Italia? Quali saranno i prossimi obiettivi del terrorismo jihadista?
Sono ormai passati oltre 7 anni da quando hanno preso avvio le cosiddette “Primavere arabe” e infuria la guerra in Siria. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, per usare una metafora gentile, e la situazione nel corso del tempo non ha fatto altro che peggiorare. Da quella stagione di neocolonialismo occidentale mascherato da “protezione dei diritti umani” in Nordafrica e Vicino Oriente, possiamo infatti trarre un bilancio disastroso non solo per le popolazioni locali che hanno dovuto subire tutto il peso dell’immane aggressione, ma anche per i cittadini europei che ne vivono anch’essi le conseguenze, immigrazione compresa. Oggi, nonostante la nefasta opera dei mezzi di “distrazione” di massa, possiamo vedere con chiarezza ciò che è accaduto in quest’area cruciale per i destini del mondo e situare le responsabilità di tutti gli attori in campo: dalla Francia di Sarkozy e dei suoi successori, di cui sono emerse in via ufficiale le ragioni per scatenare la guerra in Libia, senza dimenticare gli Stati Uniti del Premio Nobel, Obama e la Gran Bretagna, ma anche le gravissime ingerenze di Turchia e petro-monarchie del Golfo che hanno finanziato e supportato in ogni maniera decisiva gli jihadisti operanti nell’area. Comprendere ciò che è avvenuto e sta tuttora avvenendo in quei luoghi è dunque fondamentale non solo per rendersi conto della manipolazione informativa a cui siamo soggetti da parte dei media mainstream, ma anche per anticipare uno scenario in rapida degenerazione pure in Italia, che è per sua naturale collocazione uno dei paesi più esposti al caos proveniente dall’altra sponda del Mediterraneo.