Da sinistra. Mirco Ambrogini, Roberto Vecchioni e Angelo Baldaccini
Gli amici Angelo Baldaccini e Mirco Ambrogini prima ancora che essere artisti sono persone di profonda umanità. Insieme, espongono a Palazzo Rubini Vesin di Gradara. Inaugurata lo scorso 18 agosto, chiude il 2 settembre. “E invece non finisce mai…”. E’ il titolo di una delle più belle canzoni di Roberto Vecchioni. Ed è anche il titolo della mostra di Mirco Ambrogini, che racconta i brani con il pennello. Il cantante milanese e il pittore che da anni vive tra Gradara e Colombarone sono amici; nel nome dell’amicizia e della stima, Vecchioni sarà a Gradara il 27 agosto con un artistico-evento nel giardino del castello.
Pittore, incisore, scultore e ceramista, allievo del maestro gabiccese Guerrino Bardeggia (1937-2004), iniziò a frequentare il suo studio fin dall’età di sette anni. Diplomatosi all’Istituto d’Arte di Urbino, seguì per circa dieci anni il maestro in camper, partecipando a concorsi di Arte Contemporanea ed Estemporanea in tutta Italia e collezionando, insieme a Guerrino, numerosi premi.
Il compagno d’esposizione, Angelo Baldaccini, è modenese ed ha una mente scintillante. Imprenditore di successo (25 dipendenti che sono dei figli), alle spalle l’Accademia di belle arti, per passione dipinge, allestisce, scolpisce, fa ceramica. E lo fa con un’originalità assoluta. Le ultime creazioni sono scarti della sua bottega; fa insegne luminose ed è leader in Italia. Grandi pannelli recano l’Italia, dritta e al rovescia. Le Alpi che si affacciano sul Mediterraneo ed aiutano a riflettere sulla geografia del mondo e le fortune e sfortune degli abitanti. Entrambe recano la scritta: “E tu ci stai a raddrizzare l’Italia?”. Non meno coinvolgente è una grande Italia divisa dalle sagome di un puzzle. Ognuno, poi può inserire la propria tessera e lasciarci un pensiero.
La doppia mostra ha per titolo: “Un’amicizia d’arte e di valori umani”. Vale la pensa salire a Gradara; dopo averla vista, forse ci si comporta meglio e nel giardino della mente aleggia una domanda: “A che cosa serve l’uomo?”.