Carpe diem (Cogli l’attimo), festival filosofico a Misano Adriatico con tre prestigiosi intellettuali. Vito Mancuso, Carlo Sini e Remo Bodei. Appuntamento il 27-28-29 giugno, ore 21,30 nel giardino della biblioteca comunale.
Qual è lo scopo della vita? Che cosa significa cogliere l’attimo? Come posso dare del mio meglio e sentirmi più sicuro di me?
Da un lato c’è il tempo presente, innegabile e imprescindibile, la potenza della vita in atto, l’unica dimensione della quale è doveroso godere poiché, in un istante già non è più. Dall’altro la pienezza dell’estate e la languida propensione a cullare il pensiero che avvolge ogni creatura nelle notti stellate.
Questi gli ingredienti, per palati audaci, del minifestival filosofico, organizzato dalla Biblioteca di Misano nel proprio giardino: “LA BIBLIOTECA ILLUMINATA” quest’anno dedicato al celebre motto oraziano CARPE DIEM, che si svolgerà nella serate dal 27 al 29 giugno, la più pop tra le creazioni del direttore Gustavo Cecchini, concepita per una platea vacanziera e di affezionati che ogni anno inorgoglisce chi nella cultura crede ancora.
Per l’edizione 2018 tre voci d’eccezione del panorama culturale italiano, note ed amate dal pubblico, daranno vita a riflessioni direttamente dispiegate attorno al motto oraziano “Carpe Diem” : Il 27 giugno il teologo Vito Mancuso aprirà la kermesse con una lezione dal titolo, “la gioia di esistere”, il 28 giugno sarà la volta del filosofo Carlo Sini con “Lascia che il giorno colga te”, e nella serata finale, 29 giugno, il filosofo Remo Bodei proporrà “I giorni della vita”.
L’invito a cogliere l’attimo, cesellato in un ode scritta più di duemila anni fa ma eternamente giovane, è attuale quanto lo è la corrente filosofica che le diede linfa, l’epicureismo, filosofia il cui obiettivo era la gioia di vivere, il modo di come trovarla, il rimando all’oggi, al qui e ora che va assaporato per quello che è. Ma il senso della vita si gioca nell’inscrivere il proprio piacere personale in una dimensione più grande, tesa al bene comune: esiste una sensata via di mezzo verso una gioia di esistere eticamente sostenibile?
Tuttavia nell’accordare al presente un privilegio esclusivo si nasconde un’insidia, il pericolo di perdersi in una fantasmagoria sconnessa e frammentaria di pensieri, immagini e sentimenti che nulla hanno a che vedere con la saggezza antica. Carpe diem, infatti, non significa approfittare dei piaceri giorno per giorno, bensì operare una scelta: nella raffinata polisemia della lingua latina Orazio sceglie carpere, il concretissimo verbo, appartenente al mondo dei campi, di chi sfoglia, pilucca, di chi coglie il frutto della pianta staccandolo con lentezza.
Ma per vigilare sulle offerte del momento presente bisogna imparare a trattenere l’angoscia del poi, saper compiere la giusta scelta al momento opportuno. Come fare? Ci affideremo al fato, alla follia, alla filosofia? E ammettiamo pure che la filosofia possa bastare, quale filosofia ci può soccorrere? Questi i temi nodali che verranno affrontati dai tre filosofi durante le serate ospitate nel giardino della Biblioteca, dove la bellezza del luogo diventa corollario dell’esperienza culturale e un antidoto contro il consumo assurdo e vorace del tempo che ci è concesso.