Katyna Ranieri, Riz Ortolani e Giorgio Girelli
Giorgio Girelli e Katyna Ranieri al Teatro della Pergola di Firenze in occasione
della rappresentazione de “La Congiura”, opera musical di Riz Ortolani
di Giorgio Girelli*
Cara Katyna, novantatre sono molti. Anche alla luce dell’innalzamento dell’aspettativa di vita. E qualcuno, pur nel dispiacere, dà conseguentemente forza alla rassegnazione. Ma quando l’affetto è forte, l’aritmetica scompare. Si viene trafitti dal dolore, e basta. La rituale e un po’ retorica frase “con la tua morte se ne va anche un pezzo di noi”, questa volta coglie in pieno l’accorato stordimento in cui ci getta la tua scomparsa. E non potevi scegliere giorno migliore: a parte il tuo compleanno, la ricorrenza del matrimonio con Riz, alla cui morte non ti sei mai rassegnata. Col quale continuavi a parlare, specie la sera, tenendo davanti a te il suo ritratto. Ne facevi oggetto di tenero resoconto nelle nostre conversazioni, ricordandomi che quella foto, che tanto ti piaceva, gliela avevo scattata io. Nella sgangherata e oscillante odierna vita di coppia, rappresentavate un unicum, indissolubilmente uniti per decenni. E quante volte a casa vostra, o a Pesaro, abbiamo potuto riscontrare le attenzioni ed i riguardi di cui Riz ti circondava. E quanto impegno e cura tu hai dedicato alla sua persona ed alla sua immagine. “Maestro” di alto livello. Ma insufficientemente valorizzato, secondo te. Avrai avuto anche ragione, pur dovendo considerare che la modestia ed il riserbo che vi caratterizzavano hanno avuto il loro peso nella volatile “società dell’immagine”. Però, a conti fatti, è il vostro stile a uscirne vincente. Era il 1996 quando mi adoperai – “monopolizzando” il concerto che annualmente l’allora Banca Popolare offriva ai propri soci – per il “ritorno” di Riz a Pesaro che lui, insieme al suo Conservatorio, amava tanto, pur restandone lontano: bastò offrirgli l’appiglio con quell’invito a dirigere il concerto. Ne seguì un esito clamoroso al Teatro Rossini. A furor di popolo Riz dovette replicare l’indimenticabile prestazione il giorno dopo perché la serata programmata aveva lasciato fuori il portone centinaia di persone. Sempre impreziosita anche dal canto di Katyna (“Ma a me lasciate una particina?”, accennasti , con la solita modestia, nei giorni dei contatti preliminari, quasi che noi azzardassimo a mettere bocca sulla programmazione del “Maestro”). Le frequentazioni si infittirono, amici ed estimatori progressivamente si riavvicinarono. Venne rinverdito il rapporto con il nipote Lucio Ortolani, residente a Fano. Riz ebbe la magnanimità di esprimermi gratitudine – con generose parole incise in una targa – per avergli “riacceso, dopo decenni, il legame diretto con la mia Scuola e la mia Città, sempre intensamente presenti nel mio cuore”.
E tu, Katyna, hai in pieno assecondato Riz, “abbandonando” anche la tua Firenze, fissando a Pesaro la sede della Fondazione a lui intitolata e prediligendo Pesaro quale posto per riunire le ceneri di entrambi sotto una scultura in cui le vostre braccia intrecciate proiettano al cielo l’eternità del vostro amore. Ci avete donato affetto e amicizia autentici, momenti esaltanti di gioia (le prime di Riz a Venezia e Firenze, il suo concerto all’Opera di Roma), le deliziose ore piccole d’estate sul lungomare pesarese – coordinate dalla squisita Nelli Campanelli – durante le quali i presenti avvertivano il privilegio di racconti e confidenze sulle affascinanti esperienze artistiche e sulle vicende, a volte anche drammatiche, della vostra vita nel mondo (dal giovanissimo Domingo che andava ad ascoltare Katyna da dietro le staccionate dei locali, alle premure di Castro per evitarvi pericoli durante la “revolucion”). Ora tutto ciò scompare. Avvizzisce la sfera degli affetti che vitalizzano la nostra esistenza. Ed al posto dei festosi ritrovi sul lungomare resta solo quella malinconica carezza dello sciabordio delle onde sulla riva. Sarebbe stato tanto interessante, come spesso ti ho raccomandato, raccogliere le memorie di una vita così intensa. Ma chi, come te, non mai andato “in pensione” e ha continuato a “vivere” e a combattere fino all’ultimo giorno ( parlammo solo qualche giorno fa dei perduranti problemi con la SIAE, per non dire dell’immenso lavoro per coordinare tutta l’opera del “Maestro”) non ha tempo per dedicarsi al riassunto del passato. Anche in occasione, l’anno scorso, della inaugurazione del Giardino della musica dedicato a Riz (pregevole risultato della sensibilità del sindaco Ricci e dell’assessore Vimini) non hai mancato di deliziarci con la tua voce, e di raccogliere frenetici applausi. Pesaro può annoverare la tua ultima uscita in pubblico da cantante. Ci tenevi ad essere informata su Pesaro e in particolare sull’attività del Conservatorio che volevi arricchire con testimonianze di Riz soprattutto nell’aula a lui dedicata. Seguivi sempre gli eventi del ROF. Nelle telefonate degli ultimi mesi mi hai spesso sollecitato a raggiungerti nella tua bella villa. Ma ogni tanto emergeva un contrattempo. Forse non è stato poi così male. Arriva per tutti infatti il momento del grande appuntamento, il momento di riunirci Lassù dove l’incontro sarà più completo perché anche Riz sarà con noi.
*Presidente del Conservatorio Statale “Rossini”