L’ambasciatore Giorgio Girelli e l’astrofisica Marica Branchesi
Barchesi, Rossini e San Marino festeggiati al Senato e a New York.
In occasione della cerimonia svoltasi presso il Senato della Repubblica Italiana finalizzata alla consegna dei riconoscimenti al “Marchigiano dell’anno” è stato attivato un collegamento con la emittente ICN di New York (Italian Communication Network) molto interessata alle attività delle comunità dei marchigiani all’estero e dei loro raccordi con l’Italia. L’emittente è particolarmente attiva ed irradia i propri servizi, oltre che negli Stati uniti, anche in diversi altri paesi. Nel lungo servizio sull’evento che fa capo al CESMA (Centro Studi Marche) di Roma, è stata richiesta una intervista con l’ambasciatore Giorgio Girelli, componente del Comitato scientifico del Centro, per approfondimenti sulla realtà di Pesaro “Città della musica”, e, data appunto la sua qualificazione diplomatica (ambasciatore di San Marino in Turchia), sulla Repubblica di San Marino. Non sempre adeguatamente conosciuto, il piccolo Stato suscita particolare interesse allorquando vengono in evidenza i suoi tratti di fondo. Tanto che ICN ha proposto di effettuare servizi radiofonici per le comunità marchigiane all’estero nonchè per il pubblico americano in genere, in diretta dal territorio del Titano per consentire alle autorità sammarinesi di illustrare le peculiarità dell’antico Stato. Girelli ha innanzitutto posto in rilievo che l’evento al Senato, incentrato sulla “marchigianità”, ha posto preliminarmente in evidenza come il 2018 sia l’ “anno rossiniano”, nel corso del quale viene commemorato, anche in forza di una apposita legge del parlamento italiano, il grande compositore pesarese. Altro punto di forza della manifestazione è stata la presenza tra gli insigniti di Marica Branchesi, la famosa astrofisica di Urbino, balzata alle cronache internazionali per le sue straordinarie scoperte sulle onde gravitazionali. Ed Urbino evoca anche San Marino, non solo per la contiguità territoriale. Infatti si può dire che l’Italia è “ in debito” con la Repubblica di San Marino – ha puntualizzato Girelli – perché, avendo la Repubblica fornito ospitalità e salvezza a Giuseppe Garibaldi nel 1849 (dopo il fallimento della Repubblica Romana) impedendo così che l’eroe italiano cadesse in mano austriaca, ne ha preservato l’operatività futura consentendo quindi che in seguito, con l’impresa dei 1000, venisse portata a compimento l’unità d’Italia. Che, senza Garibaldi, non si sa quale sorte avrebbe avuto. Ma anche San Marino, in qualche modo, ha riconoscenza nei confronti dell’Italia e soprattutto verso Urbino perché, contro le mire espansionistiche dei Malatesta che intendevano estendersi da Rimini lungo la valle del Marecchia ed inglobare anche San Marino nei loro possedimenti, il Ducato di Urbino frappose una ferma ed efficace resistenza contro l’invasore: rinomato il conflitto che ebbe luogo tra il 1460 e il 1463. San Marino si alleò con il duca Federico da Montefeltro e con papa Pio II contro i Malatesta che minacciavano il monte Titano con i fortilizi presenti a Domagnano, Faetano e Fiorentino situati a pochi chilometri dalla capitale, Città di San Marino. E con la pace firmata a Fossombrone ne entrò in possesso. La piccola Repubblica potè proseguire il suo cammino in piena sovranità ponendosi alla attenzione del mondo per le basi della sua struttura istituzionale. Tanto che l’UNESCO, pochi anni addietro, come ha ricordato l’ambasciatore Girelli, ha riconosciuto la Repubblica quale “ patrimonio dell’umanità” per i valori di democrazia, solidarietà e di accoglienza che ha coltivato nei secoli. Riconoscimento che non ha eguali per nessun altro Stato del mondo.