Dieci milioni di euro per combattere i danni della cimice asiatica nei frutteti. L’assessore Simona Caselli risponde all’allarme lanciato dal presidente di Aiab, Associazione italiana agricoltura biologica: “Dalla Regione un impegno costante dal 2015 e oltre 10 milioni di euro di investimenti per sviluppare azioni concrete di contrasto e difesa delle colture. Le richieste molto al di sotto dello stanziamento”
Dai finanziamenti agli agricoltori per l’installazione di reti sui frutteti, alla ricerca per individuare gli insetti antagonisti, gli interventi della Regione in collaborazione con Università, Consorzi fitosanitari, organizzazione e associazioni di produttori agricoli
Bologna – “Gli interventi messi in campo dalla Regione per fronteggiare i danni provocati alle coltivazioni dalla cimice asiatica e per attuare tutte le misure di prevenzione e lotta necessarie sono stati in questi anni numerosi e puntuali. Vanno dalla ricerca per individuare insetti antagonisti autoctoni, ai finanziamenti agli agricoltori – 10 milioni di euro nell’ultimo bando – per installare reti antinsetto sui frutteti, fino alla richiesta al ministero dell’Ambiente, assieme alle altre Regioni italiane, di modificare le norme che attualmente impediscono l’importazione di insetti antagonisti da altri ambienti”.
In relazione all’allarme lanciato dal presidente di Aiab (Associazione italiana agricoltura biologica) dell’Emilia-Romagna sui danni provocati dalla cimice asiatica alla frutticoltura, e in particolare a quella biologica, l’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli spiega le strategie messe in campo dalla Regione per contenere la diffusione e limitare i danni provocati dall’insetto cercando comunque di salvaguardare gli equilibri biologici dei diversi agroecosistemi del nostro territorio.
Per quanto riguarda le strategie di difesa e di contrasto alla cimice con risorse del Programma di sviluppo rurale, è stato finanziato per 380 mila euro, nell’ambito delle misure per l’innovazione, un progetto di un Gruppo Operativo formato da imprese agricole ed enti di ricerca che terminerà nel 2019. Si sta lavorando sullo studio dell’insetto, sui predatori naturali, sulle tecniche di monitoraggio, sulle trappole e sulle modalità di difesa passiva con l’impiego di reti antinsetto. Un secondo progetto di tipo sperimentale sin dal 2016 è direttamente finanziato dalla Regione al Consorzio Fitosanitario di Modena con 30 mila euro all’anno; si punta sulla ricerca e sull’impiego di insetti antagonisti e che vede al lavoro il l’Università di Modena e Reggio Emilia e il Centro di ricerca Crea. “Chiaramente- precisa l’assessore- tali tecniche di diesa biologica devono essere attentamente verificate e testate prima di diffonderle agli agricoltori; l’obiettivo è di passare prima possibile dal laboratorio a situazioni di pre-campo”.
“L’altro importante versante di azione- continua l’assessore Caselli– riguarda i bandi per l’installazione delle reti antinsetti da impiegare sui frutteti”.
Il bando, aperto a tutti i frutticoltori del territorio regionale e non solo ai produttori di pere del modenese, è stato pubblicato nel settembre 2017 con una dotazione di ben 10 milioni di euro, ha visto un’adesione di sole 92 imprese per richieste complessive di 1,4 milioni di euro.
“Una risposta decisamente al di sotto delle aspettative rispetto alle potenzialità che le azioni previste dal bando avrebbero potuto garantire. Per favorire l’adesione delle imprese al prossimo bando sono state proposte modifiche al PSR introducendo nuove tipologie di intervento come le coperture monofila dei frutteti e riducendo il volume minimo d’investimento a 2.500 euro per consentire l’accesso anche alle aziende di ridotte dimensioni”. Tali modifiche saranno trasmesse alla Commissione europea per l’approvazione nei prossimi giorni, dopodiché sarà possibile attivare un nuovo bando.
Per i produttori di ortofrutta che aderiscono ad una organizzazione di produttori sono disponibili ogni anno le risorse dei programmi operativi della Organizzazione comune di mercato dell’ortofrutta che possono finanziare come nel caso del Psr la realizzazione di impianti permanenti di difesa.
Vanno infine sottolineate le molte riunioni formative e divulgative svoltesi sui territori dal servizio fitosanitario regionale per aggiornare gli agricoltori sui sistemi di lotta e di contrasto attualmente a conoscenza del mondo scientifico internazionale. “Ci auguriamo- chiude Caselli – che Aiab ci aiuti a diffondere le opportunità anziché lanciare allarmi su una problematica di cui siamo consapevoli da tempo”. /OC
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