Sostenibilità. Emilia-Romagna apripista in Italia per la ricarica dei veicoli elettrici: firmato l’accordo per la realizzazione di una rete pubblica di 1.500 colonnine per il ‘rifornimento’ in tutto il territorio regionale. In totale, 2.000 entro il 2020. Bonaccini-Donini: “Determinati ad arrivare a una svolta nella mobilità a favore dei mezzi a zero emissioni”
Siglato con cinque tra i principali fornitori di energia che operano sul territorio regionale: Enel, Hera, Iren, Be Charge ed Enermia. Le colonnine installate a spese degli operatori nei punti nevralgici delle principali città – stazioni, aeroporti, ospedali, parcheggi, centri commerciali – e anche nelle aree ‘a domanda debole’. I costi per gli utenti e come funzionerà il servizio. Sei mesi per un piano di localizzazione concordato coi Comuni. Altre 500 colonnine installate grazie al co-finanziamento della Regione previsti nel Piano statale. Stimato un investimento complessivo di 18 milioni di euro.
Sono circa 150 i punti di ricarica a uso pubblico attualmente esistenti sul territorio dei principali comuni dell’Emilia-Romagna. Una rete frutto di accordi stipulati a partire dal 2011 tra Regione, Comuni e gestori dei servizi di fornitura di energia cui si aggiungono 24 colonnine installate in 8 comuni della Riviera (Comacchio, Marina di Ravenna, Cervia, Cesenatico, Bellaria-Igea Marina, Riccione, Misano e Cattolica) nell’ambito del progetto “Mi muovo mare”, grazie ad un finanziamento del ministero delle Infrastrutture e trasporti che portano così complessivamente a 174 i punti di ricarica ad oggi disponibili in regione.
Tra i requisiti espressamente richiesti dalla Regione e inseriti nel protocollo d’intesa c’è l’interoperabilità, vale a dire la possibilità da parte degli utenti di ricaricare le batterie della propria autovettura presso qualsiasi gestore elettrico. Per usufruire del servizio di ricarica si dovrà sottoscrivere un contratto con un operatore, che rilascerà agli interessati un’apposita tessera. In alternativa si potrà utilizzare il proprio smartphone, scaricando una App che consente di sbloccare le colonnine tramite la “lettura” di uno specifico codice QR. In questo caso anche l’importo da pagare potrà essere addebitato tramite sistemi di pagamento elettronici.
I costi per la ricarica variano da fornitore a fornitore, ma dovrebbero aggirarsi in media sui 2 euro ogni 100 chilometri di percorrenza.
Per favorire la diffusione dei veicoli elettrici, a partire dalla Pubblica amministrazione, la Regione ha stanziato fino ad oggi 2,4 milioni di euro di fondi Por-Fesr per finanziare l’acquisto di un centinaio di veicoli elettrici da parte dei 15 Comuni che hanno aderito all’accordo sulla qualità dell’aria 2012-2015. Un elenco che comprende – in ordine alfabetico – Bertinoro, Bologna, Carpi, Cesena, Faenza, Ferrara, Forlì, Forlimpopoli, Imola, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini.
Altri 700.000 euro di fondi Por-Fesr 2014-2020 saranno inoltre destinati al finanziamento di una linea sperimentale di trasporto pubblico locale con autobus ad alimentazione elettrica in una città dell’Emilia-Romagna che sarà individuata sulla base di una manifestazione di interesse emanata entro l’anno.
Per incentivare il passaggio alla mobilità a basso impatto ambientale la Regione ha concesso per gli anni 2016, 2017 e 2018 un contributo triennale all’acquisto di auto ibride (benzina/elettrico) pari al costo della tassa automobilistica regionale, per un importo fino a 191 euro per ciascun anno.
Le automobili ibride sono sempre più diffuse in Emilia-Romagna: dai 2.776 veicoli di nuova immatricolazione nel 2015 si è passati ai 4.369 nel 2016 (+57%) e ai 7.056 nel 2017 (+61%). Numeri inferiori invece per le auto elettriche: l’anno scorso nel 2017 ne sono state acquistate solo 603 in tutta l’Emilia-Romagna, su un totale di oltre 2,84 milioni di autovetture in circolazione.