Giorgio Bassani
Una delle sei tracce dei temi dei maturandi del 20 giugno parla un po’ riccionese. C’è un Giorgio Bassani. La famiglia ferrarese, ebrea, era solita passare le vacanze estive in Romagna. “Uno dei momenti più alti dell’opera di Bassani. Raramente è arrivato come qui a esprimere con tanta purezza di linee e risonanze così fonde il suo sentimento della vita”. Così viene definito il romanzo “Gli occhiali d’oro”. Almeno una cinquantina di pagine raccontano la Riccione degli anni Trenta, non molto lontana dalla Riccione di oggi: amori (l’omosessualità, il liceale che ha un’avventura con la matura trentenne milanese), aperitivi allo Zanarini, la vita in spiaggia, la terrazza del Grand Hotel, le partite a tennis, l’incontro col Duce, la politica che è prima farsa e dopo miseria. Un intreccio di vite, storie, emozioni, sempre attuali, sempre presenti: scaricare sugli altri i mali della vita.
Co-protagonista è Riccione: il mare, gli alberghi, le atmosfere. E’ il luogo di villeggiatura della buona borghesia italiana. Che vi trascorre tutta l’estate: da giugno fino a settembre, primi di ottobre.
L’autore de “Il giardino dei Finzi-Contini” potrebbe essere ricordato con un convegno, una conferenza. “Gli occhiali d’oro” potrebbe essere l’idea di un presente. L’amministrazione comunale, gli albergatori potrebbero adottare il libro e regalarlo. L’immagine di Riccione turistica, e non solo, ne uscirebbe rafforzata.
Ecco l’inizio del capitolo VIII: “Anche quell’estate, come le precedenti, andammo in villeggiatura a Riccione, sulla vicina costa adriatica. Ogni anno succedeva la stessa cosa. Mio padre, dopo aver tentato vanamente di trascinarci in montagna, sulle Dolomiti, nei luoghi dove aveva fatto la guerra, alla fine si rassegnava a tornare a Riccione, a riprendere in affitto la medesima villetta accanto al Grand-Hotel”.
Alcune curiosità: alle 9 del mattino non c’era nessuno in spiaggia, i “vantaggi” della costa adriatica rispetto alle altre del resto d’Italia, più riposante del Tirreno, il garbino.