Lorenzo Cagnoni, presidente di Ieg
Niente quotazione in Borsa per Italian Exhibition Group (Rimini e Vicenza Fiere).
Afferma Lorenzo Cagnoni, il presidente: “E’ peraltro una solenne sciocchezza tentare di addossare responsabilità individuali al nostro Amministratore Delegato, che ha lavorato invece, e lo dico con convinzione e determinazione, come meglio non si sarebbe potuto.
Quando una certa politica, e mi riferisco a dichiarazioni apparse oggi su alcuni giornali, tenta di applicarsi a questioni complesse rischia di denunciare una vocazione alla banalità e all’incompetenza.
Ribadisco che le vere e uniche ragioni del nostro ritiro dell’offerta stanno scritte nel comunicato diffuso ieri e riguardano l’inconsistenza di un mercato, o di una parte di esso, figlio impaurito del ciclo economico del Paese”.
Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi e l’assessore alle Partecipate Gianluca Brasini: “Visto che il tema ha riguardato in ogni sua fase il consiglio comunale, riteniamo giusto e corretto accogliere le richieste dei presidenti di Commissione in ordine a una audizione e a un confronto dei consiglieri con il management di IEG alla luce degli ultimi sviluppi.
Proprio perché il processo di ingresso in Borsa è stato sempre trasparente, dichiarato e con atti discussi nell’assise consiliare, è necessario conoscere tutti gli aspetti e i dettagli che hanno portato alla decisione da parte di IEG di sospendere il percorso di collocamento, dovuto alle gravi difficoltà attuali del mercato borsistico italiano.
Va ribadito che proprio in Consiglio comunale si è costantemente sottolineato come questo percorso si sarebbe compiuto solo attraverso un andamento positivo di Borsa e mercato, ora in balia di una profonda congiuntura negativa”.
Marzio Pecci, Lega: “Dopo le osservazioni dell’organismo di vigilanza interno e le sue dimissioni insieme al vicepresidente Matteo Marzotto è scoppiata la bomba: la Fiera non viene più quotata in borsa!
Dice il comunicato di IEG che è “sfavorevole la situazione del mercato azionario, domestico e internazionale, che non permette al momento di apprezzare compiutamente il valore di IEG“.
In buona sostanza l’incapacità del management della Fiera ed il dilettantismo dell’Advisor hanno fatto naufragare la “nave Fiera” contro gli scogli della Borsa con danni che al momento è molto difficile quantificare.
Poiché la Holding riminese è stata gestita fino ad oggi in modo avventuroso ed i bilanci della controllante Rimini Congressi sono gravati da pesanti debiti, oltre al fatto che il settore fieristico non presenta per gli investitori un futuro roseo, è evidente come questo abbia pesato sull’operazione della quotazione in borsa della Fiera anche se tra IEG e gli investitori era stata trovata la forbice del valore del titolo: minimo € 3,70 massimo € 4,20.
Dunque il fallimento dell’operazione non sta nella situazione sfavorevole del mercato azionario, come dice il comunicato IEG, ma, credo, oltre a quello che ho detto sopra anche nella contrapposizione tra Rimini e Vicenza che ha causato le dimissioni di Marzotto e la rottura con gli investitori esteri di cui, si ipotizza che Marzotto, fosse l’anello di congiunzione.
Non si può, infatti, ignorare quanto è successo poco tempo fa tra il CDA di IEG ed il direttore generale Corrado Facco dopo la nomina dell’AD Ravanelli. All’epoca il Presidente Cagnoni disse: “Noi abbiamo presentato un’offerta degna per il proseguimento del rapporto di collaborazione ma non è stata condivisa. E quindi non ci è restato che procedere al licenziamento, non si può chiamare in altro modo, di Facco Corrado”.
Forse proprio da questo licenziamento inizia il fallimento della quotazione in borsa di IEG. Sembra che fosse stato proprio il D.G. Corrado Facco l’artefice degli accordi con gli investitori internazionali che avrebbe portato IEG ad essere una grande azienda e che oggi, invece, il fallimento della quotazione in borsa ci riporta alla dimensione provinciale.
L’allontanamento di Facco dalla Fiera forse è la vera causa della perdita di interesse degli investitori stranieri verso IEG.
In questo modo si comprendono meglio le ragioni delle dimissioni di Matteo Marzotto di Vicenza… come Corrado Facco.
Ora da questo quadro appare chiara l’operazione di azzeramento del consiglio di amministrazione da parte del Presidente Cagnoni, in un pomeriggio di primavera, che hanno portato alla sua riconferma, alla nomina dell’AD Ravanelli, all’allontanamento di Facco ed al fallimento della quotazione di borsa.
Rimini e IEG hanno perso; il costo economico del fallimento è altissimo, sia sotto il profilo finanziario che sotto quello economico e di immagine.
L’operazione ora non può finire a tarallucci e vino con i finti chiarimenti dopo il rifiuto dell’AD Ravanelli di venire in Commissione di controllo e garanzia per spiegare le ragioni delle dimissioni dell’organismo di vigilanza e di Marzotto e degli “scandali” dentro IEG emersi prima della quotazione.
Questo comportamento ed il fallimento della quotazione sono fatti che devono obbligare l’AD Ravanelli alle immediate dimissioni.
Per il Presidente Cagnoni l’appuntamento è, invece, in Commissione di controllo e garanzia per mercoledì 12 dicembre 2018 ore 15 per essere sentito sui fatti che accadono in fiera i e che hanno causato il fallimento dell’operazione oltre agli scandali”