Dal ring al carcere e ritorno: in una biografia tutte le vite di Loris Stecca. “No Mas – La mia vita” viene presentato (presente l’autore) mercoledì 25 luglio, alle 18,30 alla libreria Feltrinelli di Rimini.
Dal tetto del mondo al carcere, dal successo grazie ai pugni alla follia di un gesto sconsiderato coltello alla mano, dall’incidente che gli stronca la carriera alle minacce di suicidio quando gli impediscono di tornare sul ring: nei quasi 60 anni di Loris Stecca, pugile romagnolo, campione italiano ed europeo dei pesi piuma e numero uno al mondo dei supergallo WBA, ci sono “tante e differenti vite” e a raccogliere i racconti di tutte quante ci ha pensato Fabio De Santis, in “No mas – La mia vita”, la prima biografia del campione romagnolo, pubblicata da Ultrasport.
Classe ’77, De Santis lavora come R&D Manager per Italian Exhibition Group SpA, player internazionale del mondo fieristico; scrive da sempre di cinema e sport. Tra i suoi successi “Io ce la potevo fare. Storie di eterni secondi dello sport, mediocri con il cuore, talenti sprecati” (Fazi, 2009).
“No Mas”, “Ora basta” come le parole con cui si arrende il domenicano Leo Cruz il 22 febbraio 1984 a Milano, la notte in cui Loris diventa campione del mondo dei supergallo WBA, primo italiano a conquistare la prestigiosa cintura. E le stesse parole rimbombano nella mente del pugile quasi vent’anni dopo, il 27 dicembre 2013, quando accoltella all’addome, con una lama lunga 20 centimetri, la socia con cui aveva aperto nella sua città, Rimini, una palestra che portava il suo nome: due anni dopo il tribunale lo condannerà a 8 anni e 6 mesi di carcere.
Tra questi due “No Mas” Loris è stato tutto e il suo contrario, e Fabio De Santis ha cercato di racchiudere tutte queste infinite sfaccettature in un libro che, come richiesto dallo stesso Stecca, non fosse “la solita biografia, un coccodrillo, un elogio funebre” ma che avesse “la forma e la vitalità di una conversazione” e “la forza del vissuto”: sfogliando le pagine di No Mas si scorre quindi l’album della vita, anzi delle vite, di Stecca senza un ordine cronologico “ma inseguendo quasi i capitoli, i racconti quasi finiti”. Tutti pezzi di una esistenza “di cui ancora non si possono tirare le fila e su cui ancora Loris ha molto da costruire”.
E se questa biografia, nata da una fitta corrispondenza tra l’autore e Stecca in carcere, deve la sua esistenza alla “inguaribile ma bonaria vanità di chi è stato per troppo tempo sotto il caldo dei riflettori”, alla fine il libro è “pian piano divenuto anche un percorso catartico”: No Mas è il frutto del percorso di riflessione intima che ha accompagnato l’approccio di redenzione e penitenza che Stecca ha scelto ben al di là di quello che la legge gli consentiva o gli prescriveva, come la scelta volontaria di rinunciare ai domiciliari. Raccontando a De Santis i suoi primi 50 anni, il pugile ha preparato la strada per i 55 successivi (perché “io morirò a 105 anni”, è la premessa con cui si apre No Mas): una vita, l’ennesima di Stecca, che riparte dalla famiglia, dalla fede ritrovata e dal ritorno sul ring, ma come insegnante per gli avventori di uno stabilimento balneare – dove Loris non disdegna di lavare piatti o servire caffè in caso di necessità.
Ecco come riparte la parabola che era iniziata con un ragazzo che “a suon di pugni è deciso a conquistarsi un posto sotto i riflettori”: con un altro “No mas”, e la fierezza di sentirsi utili.
La vita pubblica di Loris Stecca riparte mercoledì 25 luglio, alla Feltrinelli di Largo Giulio Cesare a Rimini a partire dalle 18.30, quando il pugile parteciperà alla prima presentazione della sua biografia “No Mas – La mia vita” insieme all’autore Fabio De Santis, con la moderazione del giornalista Cesare Trevisani.