L’ambasciatore Giorgio Girelli e il direttore dell’Istituto polacco Łukasz Paprotny.
Tra gli eventi culturali promossi dall’Istituto Polacco di Roma, ed egregiamente coordinati dal suo direttore Łukasz Paprotny , si segnalano la presentazione del libro “Conferenze al Tribunale Costituzionale della Repubblica di Polonia negli anni 2017-2018” e la tavola rotonda sul diplomatico italiano Francesco Tomassini. Ad essi ha preso parte anche l’ambasciatore Giorgio Girelli che si è intrattenuto con il professor Andrzej Przyłębski, attuale ambasciatore polacco a Berlino, il quale ha svolto una conferenza sul tema L’ identità costituzionale e lo stato moderno, titolo del saggio da lui pubblicato nel volume sul “Tribunale” polacco, organo il cui principale compito è supervisionare la fedeltà delle leggi alla Costituzione. Przyłębski ha osservato, tra l’altro, come per “identità” si possa intendere sia un insieme di convinzioni dominanti in una determinata comunità, sia una norma di legge che indica le caratteristiche fondamentali per un determinato ordine. Nel corso dell’incontro Girelli, già docente universitario di diritto parlamentare, ha da parte sua posto in evidenza il ruolo e le competenze della Coste Costituzionale italiana. Invece, nel centenario delle relazioni diplomatiche tra l’Italia e la Polonia,è stato presentato il volume di Luciano Monzali “Francesco Tommasini, l’Italia e la rinascita della Polonia indipendente” pubblicato dalla Accademia Polacca delle Scienze, Roma 2018). Francesco Tommasini è stato il primo rappresentante diplomatico italiano presso il risorto Stato polacco all’indomani della prima guerra mondiale. Sono intervenuti i professori Alberto Basciani ( Università degli Studi Roma Tre), Wojciech Biliński (Ministero degli Affari Esteri, Varsavia), Andrea Ciampani (Università di Roma LUMSA) e Rudolf Dinu (Accademia di Romania in Roma). Francesco Tommasini, esponente di una facoltosa famiglia borghese romana, fu uno dei più talentuosi diplomatici italiani della sua generazione, allievo di Costantino Nigra e di Giuseppe Avarna, stretto collaboratore di Tommaso Tittoni: la sua carriera al Ministero degli Affari Esteri fu però stroncata da un duro scontro personale con Mussolini, che portò alla sua estromissione dalla diplomazia nel 1923.